I grandi eventi espositivi programmati per celebrare il settantesimo anniversario della morte di Alberto Martini (1876-1954), uno tra i più originali protagonisti della stagione simbolista dell’arte italiana ed europea, nonché precursore del Surrealismo, cominciano da Oderzo (TV), fulcro delle celebrazioni e paese natale dell’artista. Qui, dal 27 settembre 2024 fino al 25 marzo 2025, su iniziativa della Fondazione Oderzo Cultura, si svolgerà la mostra “Le storie straordinarie. Alberto Martini ed Edgar Allan Poe”, ospitata a Palazzo Foscolo, negli spazi della Pinacoteca intitolata allo stesso artista e curata da Paola Bonifacio e Alessandro Botta, con il coordinamento scientifico di Carlo Sala.
L’esposizione opitergina, che conta oltre 120 opere, tra disegni, incisioni, olii e pastelli, inclusi lavori inediti o provenienti dalle collezioni degli eredi e mai visti prima, si focalizza sul rapporto tra il pittore-disegnatore veneto e lo scrittore americano, attraverso una nutrita selezione dei 105 disegni realizzati da Martini, a partire dal 1905, per illustrare i celebri Racconti di Poe, una delle fonti di ispirazione della cultura simbolista e decadente europea.
Sotto la lente d’ingrandimento della mostra trevigiana è quindi lo straordinario talento grafico di Martini, il quale, fin dagli anni giovanili, manifesta il suo genio creativo soprattutto nell’illustrazione di testi letterari. I disegni esposti a Oderzo rappresentano uno dei vertici espressivi, per invenzione e originalità, dell’arte grafica martiniana, ed esprimono il perfetto incontro tra i mondi poetici di Martini e Poe, sul terreno del mistero e della fantasia più cupa e inquieta. Le visioni oscure e allucinate dello scrittore americano sono tradotte in un segno sempre estremamente preciso e meticoloso e arricchite dalla fervida immaginazione di Martini, la cui penna, “bisturi dell’arte”, disegna scheletri, mostri, figure terrificanti, creando immagini grottesche e lugubri, che certo non passeranno inosservate ai maestri del Surrealismo.
In mostra, i disegni martiniani sono quindi accostati ad altri realizzati da celebri artisti del panorama internazionale e locale che si sono confrontati con l’opera di Poe, come Edouard Manet e Gaetano Previati, ma anche il cremonese Illemo Camelli, meno noto, ma ugualmente impegnato nella grafica agli inizi del Novecento.
L’esposizione di Oderzo intende però essere più ampia e articolata, prendendo avvio dagli esordi dell’artista, nell’ultimo decennio dell’Ottocento, quando Martini è ancora legato alla rappresentazione della vita delle classi lavoratrici, in linea con il filone del realismo sociale in voga in Europa in quel periodo. Questa fase è documentata dal grande olio su tela Antica gualchiera trevigiana del 1895, raffigurante un macchinario per la lavorazione della lana e da una selezione di disegni legati ai cicli illustrativi: La Secchia Rapita di Alessandro Tassoni, La corte dei miracoli ispirata a Victor Hugo e il Poema del lavoro, opere in cui la tematica sociale e le suggestioni della grafica cinquecentesca nordica sono reinterpretate secondo una visione d’impronta simbolista.
Nel percorso espositivo viene dato rilievo anche al sodalizio tra l’artista e il critico Vittorio Pica, dal 1898 in poi, principale sostenitore e promotore dell’arte di Martini, sia in ambito italiano che europeo. Una testimonianza di questo fondamentale rapporto sono il celebre Ex libris eseguito per il critico ed esposto alla Biennale del 1905 e l’olio su tela La Fiaccola del 1906 , per la prima volta mostrato al pubblico in Italia.
La rassegna opitergina è quindi l’occasione per vedere riuniti tre importanti olii simbolisti, già esposti nella “Sala del Sogno” alla VII Biennale d’Arte di Venezia del 1907: Nel sonno, Diavolessa e Notturno. Il fascino di questi dipinti, compresi entro una cornice dorata dipinta ad encausto, è legato al tema dell’esaltazione della Notte e alle atmosfere fortemente suggestive e misteriose che li caratterizzano.
Nel mondo onirico e visionario di Martini trova inoltre grande spazio la rappresentazione della bellezza femminile, affrontata attraverso il tema delle farfalle, come nei due raffinati pastelli Farfalla crepuscolare e Nudo e farfalla del 1912-13 o nelle litografie di soggetto analogo colorate a mano della Biblioteca Civica di Verona, delle quali è esposta una selezione.
Chiude la mostra una serie straordinaria di autoritratti realizzati a Parigi tra il 1928 e il 1929, L’uomo che crea, Conversazione con i miei fantasmi e L’esprit travaille, dove l’artista si rappresenta rispettivamente come demiurgo, profeta e creatore, indicando la sua vicinanza alla poetica surrealista e confermando i suoi interessi esoterici e mistici. La finestra di Psiche nella casa del poeta è l’ultimo autoritratto esposto in mostra e testamento spirituale di Martini, eseguito dall’artista nel 1954, anno della morte avvenuta a Milano.
L’esposizione al Palazzo Foscolo di Oderzo sarà poi arricchita da una selezione di opere della stessa Pinacoteca, distribuite in tre sale: la prima, dedicata al ciclo grafico dei Misteri del 1914-15, celebrato da D’Annunzio, il quale, riferendosi a questo lavoro, definirà l’artista “Alberto Martini de’ Misteri”; la seconda, concentrata sul Tetiteatro, un singolare teatro galleggiante sull’acqua ideato da Martini nel 1923, di cui verrà esposto un grande modello plastico; la terza, comprendente una serie di pastelli del 1925-26 di Maria Petringa, moglie dell’artista e all’origine della costituzione della Pinacoteca trevigiana nel 1970.
Nella stessa sede sarà quindi ospitata la mostra “Concerning Dante”, curata da Carlo Sala, in cui una selezione di tavole eseguite da Martini per illustrare la Divina Commedia dantesca sarà posta in dialogo con i lavori del fotografo contemporaneo Jacopo Valentini ispirati all’omonimo capolavoro.
Ulteriori iniziative dedicate all’artista veneto si svolgeranno in altre città italiane, come Milano e Treviso, ma anche all’estero, in Belgio e in Francia. In particolare, al Castello Sforzesco di Milano, dal 2 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025, sarà allestita una mostra incentrata sul tema della Danza macabra attraverso una scelta di circa sessanta disegni provenienti dal Gabinetto dei Disegni e dalla Raccolta delle Stampe A. Bertarelli, accostati a esempi di grafica europea dedicati allo stesso tema lungo i secoli. Sempre nella sede milanese sarà inoltre esposto il celebre Autoritratto di Martini del 1911, prestato dalla Pinacoteca di Oderzo.