Alla Fondation Beyeler di Riehen, vicino a Basilea, la prima retrospettiva di Henri Matisse in Svizzera e nell’area di lingua tedesca dopo quasi 20 anni. Con oltre 80 capolavori provenienti da prestigiosi musei europei, americani e da collezioni private, la mostra mette in luce lo sviluppo e la varietà dell’opera pionieristica dell’artista. La mostra prende spunto dalla famosa poesia di Charles Baudelaire Invito al viaggio, che contiene diversi temi chiave che si ritrovano anche nelle opere di Matisse.
Ultima di una lunga serie di mostre senza precedenti come “Paul Gauguin” (2015), “Monet” (2017) e “Il giovane Picasso – I periodi blu e rosa” (2019), “Matisse – Invito al viaggio” sarà visitabile fino al 26 gennaio 2025.
«Henri Matisse (1869-1954) è uno dei più celebri esponenti dell’arte moderna. La sua opera innovativa ha influenzato profondamente generazioni di artisti, dai suoi contemporanei fino ai giorni nostri. Liberando il colore dalla sua funzione rappresentativa e semplificando le forme, ha ridefinito la pittura e ha conferito all’arte una leggerezza fino ad allora sconosciuta. Matisse è stato anche un innovatore nel campo della scultura e nei suoi ritagli tardivi ha ideato un caratteristico gioco di pittura, disegno e scultura.
La mostra abbraccia l’intera carriera dell’artista. Partendo dai primi lavori realizzati intorno al 1900, si passa ai dipinti rivoluzionari del fauvismo e alle opere sperimentali degli anni Dieci, ai dipinti sensuali del periodo di Nizza e degli anni Trenta, per poi culminare nei leggendari ritagli tardivi degli anni Quaranta e Cinquanta».
«Curata da Raphaël Bouvier, la mostra riunisce opere iconiche e raramente esposte, prestate da rinomati musei e collezioni private, tra cui il Baltimore Museum of Art, il Centre Pompidou di Parigi, il K20 di Düsseldorf, il Kimbell Art Museum di Fort Worth, il Museum of Modern Art di New York, la National Gallery di Washington e il San Francisco Museum of Modern Art. L’esposizione presenta capolavori come La desserte (La tavola da pranzo), 1896/1897; Luxe, calme et volupté (Lusso, calma e voluttà), 1904; La fenêtre ouverte, Collioure (La finestra aperta, Collioure), 1905; Le luxe I (Il lusso), 1907; Baigneuses à la tortue (Bagnanti con la tartaruga), 1907/1908; Poissons rouges et sculpture (Pesci rossi e scultura), 1912; Figure décorative sur fond ornemental (Figura decorativa su fondo ornamentale), 1925/1926; Grand nu couché (Nu rose) (Grande nudo reclinato [Il nudo rosa]), 1935; L’Asie (Asia), 1946; Intérieur au rideau égyptien (Interno con tenda egiziana), 1948; e Nu bleu I (Nudo blu I), 1952. Questa ricchezza di dipinti, sculture e ritagli di carta significativi consente di ammirare lo sviluppo e la varietà unica dell’opera di Matisse», ha spiegato il museo.
«La mostra – ha proseguito – prende spunto dalla poesia Invito al viaggio di Charles Baudelaire (1821-1867), a cui Matisse fa ripetutamente riferimento. I suoi leitmotiv poetici di ricchezza, serenità e piacere (“luxe, calme et volupté”) sono anche temi guida dell’opera di Matisse e costituiscono l’essenza stessa della sua arte. Seguendo la poesia di Baudelaire, la mostra alla Fondation Beyeler invita gli spettatori a un viaggio attraverso l’opera di Matisse, in cui il viaggio ha avuto un ruolo importante.
Matisse, infatti, era spinto a compiere viaggi sempre nuovi dalla ricerca della luce ideale. Cresciuto nel nord della Francia, la trovò inizialmente nel sud mediterraneo del suo paese, prima di proseguire le sue esplorazioni in Italia, Spagna e Nord Africa, poi in un viaggio attraverso gli Stati Uniti iniziato a New York e infine nel Pacifico meridionale. Nei suoi numerosi viaggi fuori e dentro l’Europa, che lo hanno portato anche in Russia, ha incontrato nuovi ambienti naturali, culture e tradizioni pittoriche, che ha integrato nel suo lavoro. I viaggi e le molteplici esperienze di luce che essi comportarono furono determinanti per lo sviluppo artistico di Matisse, dalle rivoluzionarie opere fauviste degli esordi alle iconiche ritagli di carta degli ultimi anni».
«L’esperienza del viaggio e lo studio come luogo di lavoro costituiscono i due poli tra i quali si sviluppa la pratica artistica di Matisse. La sua vita e la sua opera sono state plasmate dall’interazione costante tra i viaggi in Francia e all’estero e l’insediamento in vari luoghi di lavoro. Le esperienze, i ricordi e gli oggetti raccolti nel corso dei suoi viaggi sono un tema centrale nella sua opera, così come lo studio come luogo di produzione artistica. La finestra aperta è un motivo ricorrente nell’opera di Matisse. Come luogo di articolazione tra l’interno e l’esterno, tra un qui vicino e un là lontano, essa dà espressione alla coesistenza tra la stabilità della casa e la transitorietà del viaggio. Nella sua dimensione simbolica, la finestra aperta opera in particolare come una forma di “invito al viaggio”», ha ricordato l’istituzione.
«In uno spazio multimediale concepito appositamente per la mostra, i viaggi di Matisse sono resi vividi da fotografie storiche e pannelli murali animati. Fotografie e filmati forniscono inoltre informazioni sui suoi studi e sul suo processo creativo.
Un catalogo della mostra riccamente illustrato, curato da Raphaël Bouvier per la Fondation Beyeler e progettato da Bonbon, Zurigo, è pubblicato da Hatje Cantz Verlag, Berlino. Diversi autori hanno contribuito alla rilevanza scientifica del catalogo, in particolare Larissa Dätwyler, Robert Kopp e Griselda Pollock, oltre a Alix Agret, Dita Amory, Patrice Deparpe, John Elderfield, Claudine Grammont, Jodi Hauptman, Ellen McBreen e Anne Théry».