Le ninfee (di Monet) della collezione di Sydell Miller, magnate americana dell’industria della cosmesi, puntano al record per il soggetto con una stima (ipotizzata) di oltre 60 milioni di dollari. É la più importante di un gruppo di 90 opere che Sotheby’s venderà questo novembre a New York.
Prendere due istantanee di un’esistenza, specie se scattate a tanta distanza l’una dall’altra, può essere un’esperienza davvero sorprendente. Sydell Miller, appena sposata con Arnold, che passa le giornate come casalinga a Cleveland, Ohio, rimuginando su come sfruttare il proprio innato senso estetico. Sydell Miller, scomparsa a 86 anni, la cui eredità riverbera in una collezione d’opere d’arte unica, che si candida a protagonista dell’autunno newyorkese di Sotheby’s.
A guidarla la raccolta le ninfee di Claude Monet (1914-17), la cui stima, ufficialmente non divulgata, dovrebbe superare i 60 milioni di dollari. Individuato come lavoro propedeutico alle famose ninfee dell’Orangerie di Parigi, il dipinto potrebbe insidiare il record di Nymphéas en fleur, venduta da Christie’s New York nel 2018 per 84,6 milioni di dollari.
Al suo fianco un quadro –La Statuaire– del 1925 di Pablo Picasso, valutato circa la metà (30 milioni di dollari). Un’accoppiata quasi unica in un’annata scevra di lotti sensazionali. E sono solo due delle 90 opere che compongono la raccolta, da 20 anni assente dal mercato e stimata complessivamente 200 milioni di dollari. Di nuovo: una rarità quest’anno. Tanto che Sotheby’s se l’è aggiudicata con fatica e determinazione, strappandola alle concorrenti.
Miller, morta a marzo all’età di 86 anni, aveva conosciuto suo marito Arnold nel suo salone di bellezza di Cleveland alla fine degli anni ’50 e insieme hanno dato un impero della bellezza, prima con Ardell, un’azienda che introdusse le ciglia finte nei servizi professionali dei saloni di bellezza, e poi nel 1980 con Matrix Essentials, che commerciava prodotti professionali per la cosmesi.
Tra gli altri lotti a spiccare nel catalogo c’è Tête de femme (1951), sempre di Picasso. Una scultura in bronzo che raffigura Françoise Gilot, una delle più importanti muse e amanti dell’artista. È solo il secondo calco del genere che compare in asta in oltre 40 anni e stima 7-10 milioni di dollari. Non lo si vede in vendita da oltre 50 anni, invece, Weisses Oval (White Oval) (1921) di Wassily Kandinsky, stimato tra i 15 e i 20 milioni di dollari. è uno degli ultimi tre dipinti realizzati mentre viveva in Russia.
Non sono mai passato dal mercato secondario le due console Nenuphars, commissionate direttamente da Sydell Miller a Claude Lalanne (stima 1,5-2 milioni di dollari l’una). Vicine a loro, nella casa dei Miller, la scultura Madre e figlio con mela di Henry Moore (stima 3-5 milioni di dollari) e Relief éponge bleu sans titre (RE 28) di Yves Klein, che si pensa possa raggiungere una cifra tra gli 8 e i 12 milioni di dollari. Qualunque sarà l’esito dell’asta, aspettative simili rappresentano già un’iniezione di fiducia ed entusiasmo per l’intero sistema.