“Volevo essere libera” è un podcast che esplora la straordinaria vita di Peggy Guggenheim, appassionata collezionista, sostenitrice e amica dei più grandi artisti del Novecento, e il suo incondizionato amore per l’arte. Quattro episodi, con la voce narrante dell’attrice Sara Drago e i ricordi della direttrice del museo, Karole P. B. Vail, raccontano una delle figure più audaci e lungimiranti del XX secolo e mettono in luce come il suo spirito libero e il suo coraggio abbiano attraversato il tempo, rendendola tutt’oggi un’icona di contemporaneità. Grazie anche ad alcuni estratti dall’autobiografia di Guggenheim Una vita per l’arte, edita da Rizzoli (1982), “Volevo essere libera” offre a chi ascolta uno sguardo fresco e attuale su una donna che, con la sua ostinazione e visione, ha scelto di vivere la vita secondo le proprie regole, diventando un faro di libertà e modernità. Non solo un omaggio alla collezionista americana che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte del Novecento, ma un invito a riscoprire l’importanza dell’indipendenza e del cambiamento in ogni epoca. Le quattro puntate, della durata di venti minuti circa ciascuna, ripercorrono la vita, appassionata e sempre fuori dagli schemi, della protagonista. In fuga da una giovinezza newyorkese non particolarmente felice, sebbene segnata dal benessere economico, e percepita come una gabbia di cui liberarsi, Guggenheim comincia il suo cammino verso l’emancipazione e la libertà nel corso degli anni venti, quando si trasferisce in Europa, dove viene accolta dalla Parigi bohémienne. Qui intreccia relazioni di amicizia e d’amore che segneranno per sempre la sua vita. Conoscerà e sarà legata a figure del calibro di Djuna Barnes, Samuel Beckett, Marcel Duchamp, Emma Goldman, John Holmes, Laurence Vail, solo per citarne alcuni. Non tutte saranno relazioni felici, ma tutte la arricchiranno, avvicinandola alle sue più grandi passioni: la letteratura prima, l’arte poi. Guggenheim acquista la sua prima opera, la scultura di Jean Arp Testa e Conchiglia, nel 1938, dando così inizio alla sua collezione d’arte, e nel 1939 decide di aprire un museo d’arte moderna a Londra, con lo storico dell’arte Herbert Read a dirigerlo. Negli anni a venire il suo motto sarà “comperare un quadro al giorno”. Dopo il periodo legato alla galleria londinese Guggenheim Jeune, dove organizzerà la prima mostra di Jean Cocteau, a cui farà seguito la prima personale di Vasily Kandinsky in Gran Bretagna e, tra le altre, le personali di Yves Tanguy e Rita Kernn-Larsen, a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale è costretta a lasciare l’Europa invasa dai nazisti e a tornare negli Stati Uniti. È qui, nell’ottobre del 1942 che, a New York, apre la galleria-museo Art of This Century, luogo iconico che diventerà crocevia per molti giovani artisti all’epoca sconosciuti, tra cui Jackson Pollock e Mark Rothko, a cui dedicherà diverse mostre. Ma il sogno di Guggenheim è tornare in Europa, e nel 1948, dopo essere stata invitata ad esporre la sua collezione alla Biennale di Venezia, nel padiglione della Grecia, si trasferisce definitivamente nella città che galleggia e che sente essere il solo luogo che può accoglierla.
Venezia è la città che ha sempre occupato un posto speciale nel suo cuore, ed è dove deciderà di vivere, definitivamente, fino alla sua scomparsa, nel 1979, sentendosi davvero felice. Le opere che ha raccolto con tanta passione e ostinazione trovano finalmente una casa definitiva, Palazzo Venier dei Leoni, il palazzo “non finito” sul Canal Grande Grande, dove lei stessa vivrà, e dove tutt’oggi la collezione ancora si trova.
“Volevo essere libera” è un podcast realizzato da Chora Media insieme alla Collezione Peggy Guggenheim, ed è disponibile sulle principali piattaforme audio gratuite (Spotify, Apple Podcast, Google Podcast, Spreaker).