Alla Galleria Valeria Bella in via San Damiano a Milano protagonista sino al 12 ottobre con MONDO CERATI, la grande fotografia di Carla Cerati (1926-2016) .
“Esponiamo 20 fotografie vintage della serie Mondo Cocktail, la magnifica serie realizzata dalla fotografa alle inaugurazioni degli show room di moda, design, mobili, parrucchieri e grandi magazzini tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70. Le immagini, in uno splendido e suggestivo bianco e nero, raccontano di ambienti pieni di fumo dove donne e uomini potenti ed eleganti se la godono allegramente felici del loro successo, della loro posizione sociale e dei loro business.
Una ristretta cerchia simbolo del boom economico italiano, ormai prossimo alla decadenza a causa delle ripetute crisi degli anni successivi” spiega il gallerista Michele Bella. Erano belli, eleganti, ricchi (o arricchiti) e, circondati dalle loro bellissime donne amavano farsi vedere alle inaugurazioni degli show-room di mobili, di moda, di parrucchieri, che nascevano come funghi nella Milano degli ultimi anni del boom economico, tra la fine degli anni sessanta e gli inizi dei settanta. Sdraiati su enormi divani, il bicchiere in una mano e una sigaretta sempre accesa nell’altra, ridevano, chiacchieravano, spettegolavano in capannelli, felici della loro ricca esistenza, sicuri di sé gli uomini, belle come il sole le loro donne.
Abbigliati con un mix tra follia beat e ufficialità di grisaglie, erano, senza saperlo ma fortemente volendolo, i protagonisti del Mondo Cocktail, la celeberrima serie realizzata dalla fotografa Carla Cerati nei parties della Milano che conta di allora, quegli anni dorati che fecero la fortuna di designers, architetti, avvocati, grafici, stilisti, parrucchieri, mobilieri, e quant’altro. “Nel percorso della mostra esponiamo anche alcune foto della famosa indagine sugli ospedali psichiatrici Morire di classe e alcune brillanti foto sulla Milano di quei tempi” aggiunge il gallerista. Carla Cerati, fotografa trasversale, pensa anche all’altra faccia di questo mondo, e in quegli anni turbolenti ma quanto mai vivi e ricchi di impegno sociale e politico, nonché di notevoli progressi nell’ambito della modernizzazione della società civile italiana, sposa la causa dello psichiatra Basaglia e insieme a Gianni Berengo Gardin realizza Morire di classe, un lavoro importantissimo svolto all’interno di alcuni ospedali psichiatrici ormai prossimi alla chiusura in nome della famosa legge Basaglia, che diceva fine per sempre a un oscuro aspetto della società italiana.