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A Parigi il mare e i “tutti i suoi soggetti” nei nuovi dipinti di Dana Schutz da David Zwirner

Dana Schutz, The Optometrists, 2024 © Dana Schutz. Courtesy the artist and David Zwirner
Dana Schutz, The Optometrists, 2024 © Dana Schutz. Courtesy the artist and David Zwirner

Un’ampia serie di nuovi dipinti di Dana Schutz sarà presentata da David Zwirner nella sua sede di Parigi in occasione dell’imminente art week legata ad Art Basel Paris 2024. “The Sea and All Its Subjects” sarà la seconda mostra personale dell’artista con la galleria e segue la grande mostra “Dana Schutz: Le monde visible” al Musée d’Art Moderne de Paris nel 2023 (ve ne avevamo parlato qui).

“The Sea and All Its Subjects” sarà visitabile dal14 ottobre al 16 novembre 2024 e «riflette il costante interesse di Dana Schutz (1976) nel costruire scenari improbabili che fungono da suggestive allegorie visive. Prendendo il titolo giocosamente tassonomico della mostra come un ampio punto di partenza, l’artista americana esplora scene distinte all’interno di un mondo vasto ed enigmatico, generando al contempo una proliferazione di possibili significati, come accennato con lo slittamento omofonico delle associazioni (in lingua inglese, ndr) tra sea (mare, ndr) vs. see (vedere, ndr) e subject (materia) vs. subject (a qualcuno o a qualcosa).

Densi di colore e di atmosfera, questi dipinti – eseguiti progressivamente su strati di pittura ancora freschi – sono popolati da figure che sembrano fluttuare e andare alla deriva all’interno di scenari impossibili e inverosimili ed esistono in circostanze difficili e assurde. Caratterizzati da una ricca narrativa e dall’inventiva formale, i nuovi dipinti di Schutz testimoniano il suo continuo esame di come l’esperienza soggettiva possa essere rappresentata, nonché la sua capacità di rivelare le ambiguità più profonde della condizione umana», ha anticipato la galleria.

Dana Schutz, Mourning an Octopus, 2024 © Dana Schutz. Courtesy the artist and David Zwirner

«Alcune delle opere in mostra – ha proseguito – presentano figure impegnate in compiti o scambi apparentemente difficili o futili. The Optometrists (2024) mostra un gruppo di creature con un occhio solo che raccolgono oggetti rotondi (o quasi), tra cui vari frutti, una palla medica sgonfia e uova rotte. Ricordando le raffigurazioni del mitico Ciclope del pittore simbolista Odilon Redon (1840-1916), le figure sembrano scambiarsi gli occhi, forse in un cieco tentativo di darsi reciprocamente il dono della vista.
Mourning an Octopus (2024) raffigura un gruppo di persone che manovra misteriosamente un grande polpo per entrare o uscire da un museo. I tentacoli della creatura sono mimetizzati con il pavimento, che a sua volta sembra un cielo stellato crollato. I dipinti appesi dietro le figure sono diversi per stile e periodo, evocando vagamente opere di artisti come Vincent van Gogh, Frans Hals e Giorgio de Chirico».

Dana Schutz, Glory, 2024 © Dana Schutz. Courtesy the artist and David Zwirner

«Altre opere in mostra presentano singole figure sottoposte a situazioni impossibili o a condizioni difficili. In una tela una donna siede su una sedia high-tech in grado di proiettare immagini, come se fosse un’estensione del mondo all’interno della mente della figura. Le proiezioni trasparenti raffigurano immagini della natura, alcune simboliche, altre pittoriche. La figura seduta appare esultante e allo stesso tempo cupa; la sua presenza quasi religiosa è ripresa dalla sua collana d’oro, che scu cui è scritto Glory in caratteri corsivi.
The Catch (2024) raffigura un grande idolo a forma di uomo che viene inghiottito da un pesce gigante. Un gruppo di figure più piccole porta via l’amalgama su un terreno roccioso, mentre dall’alto pendono esche da pesca. Sia il pesce che l’uomo sono intrappolati e la loro confluenza formale ricorda vagamente un tritone inerte.
Doppi sensi e tentativi falliti di comunicazione sono evidenti in opere come The Medium (2024), che mostra una figura solenne che viene costruita come se fosse di argilla, circondata da varie altre persone i cui strumenti di scultura e intaglio giacciono sul pavimento vicino. Il soggetto sembra cambiare e spostarsi più velocemente di quanto gli scultori riescano a fare; allo stesso tempo, non è chiaro se lo stiano costruendo o se lo stiano solo puntellando. Anche gli individui circostanti sembrano tentare di comunicare attraverso la figura centrale, che costituisce un mezzo scultoreo e un mezzo tra regni distinti.
In The Patient (2024), un gruppo di persone tenta di trasportare una paziente malata utilizzando un grande telo, come una tela che trasporta fisicamente il soggetto, evocando al contempo una processione quasi religiosa o trionfale. Il suo corpo disordinato si appoggia scompostamente sul telo, come se stesse per scivolare via, sfuggendo a una facile presa», ha spiegato la galleria.

 

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