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Un capolavoro erotico di Nicolas Poussin all’asta a Parigi

Nicolas POUSSIN (1594-1665) Vénus épiée par deux satyres Toile Hauteur : 70 cm Largeur : 95,5 cm 800 000 / 1 000 000 € Expert : Cabinet Turquin Crédit photo : Studio Sébert
Nicolas POUSSIN (1594-1665)
Vénus épiée par deux satyres
Toile
Hauteur : 70 cm
Largeur : 95,5 cm
800 000 / 1 000 000 €
Expert : Cabinet Turquin
Crédit photo : Studio Sébert

Parigi. Il prossimo 26 novembre, la storica casa d’asta Ader con l’assistenza di Cabinet Tarquin, metterà all’asta un capolavoro del XVII secolo: Vénus Épiéepar Deux Satyres (Venere spiata da due satiri) di Nicolas Poussin (1594-1665).

Sarà l’Hotel Drouot ad ospitare l’avvenimento promosso da Ader, che tra i suoi punti di forza annovera sicuramente il segmento degli Old Masters. L’asta è particolarmente attesa da collezionisti e amanti dell’arte sia per la rarità nel trovare opere del maestro francese sul mercato sia per l’intricata storia legata a questa tela. L’opera stimata tra euro 800 mila e 1 milione di euro, data la sensualità del tema per lungo tempo non fu attribuita a Poussin, considerato uno tra i maggiori esponenti del classicismo barocco. Nato in Normandia nel 1594 trascorrerà tutta la sua vita in Italia , paese in cui avrà particolarmente fortuna. In particolare fondamentale per la sua ricerca sarà il breve soggiorno a Venezia dove si interfaccerà con la pittura veneziana del xvi secolo caratterizzata da un esplicito erotismo. Nel 1624 cruciale sarà inoltre il suo trasferimento a Roma dove sotto la protezione di Barberini, realizzerà le sue opere più importanti influenzato da grandi come Tiziano e i Carracci. Gli anni 1620-1630 sono stati anni legati alla sperimentazione del tema erotico, immagini lussuriose che con il tempo e la maturità dell’artista scompariranno per lasciare posto a scene classiche. Emblema del periodo di sperimentazione diventa dunque il quadro ‘Venere spiata da due satiri’, che ritrae la dea dormiente tra i boschi sorpresa da i satiri, scena fortemente erotica che per questa sua caratteristica per molto tempo non fu attribuita a Poussin. Erotismo fortemente evidenziato dalcontrasto tra la rosea carnagione di Venere e i grezzi volti dei lussuriosi satiri.Questa opera rappresenta dunque un ponte/milestone tra la pittura erotica veneziana del sedicesimo secolo e la rinascita dell’erotismo nella pittura francese del diciottesimo secolo.

Ma cosa davvero ci incuriosisce dell’opera? L’interesse legato al dipinto è strettamente legato alle sue vicissitudini/all’odissea che l’ha riportato alla ‘luce’.Riscoperta solo nel XXIsecolo, grazie al lavoro pubblicato dallo storico TancredBorenius nel 1933, fu parte della collezione di Paul Jamot, curatore capo del museo del Louvre e specialista in Poussin, fino alla sua vendita nel 1943. Tenuto in collezioni private da quella data, questo Venere Épiée par DeuxSatyres era noto solo attraverso una fotografia in bianco e nero. Basato su questa fotografia, il dipinto è stato rifiutato da Anthony Blunt nel 1960 ma è stato successivamente citato da Jacques Thuillier come possibile opera da attribuire a Poussin.Solo nel 2017, con la pubblicazione di un articolo di Nicolas Milovanovic e MickaëlSzanto, nonché di un meticoloso restauro, questo dipinto è stato definitivamente collocato tra le prime opere di Nicolas Poussin.L’opera ha avuto la sua consacrazione , l’anno scorso con la sua esposizione alla mostra‘Poussin et l’Amour’ al Musée desBeaux-Artsdi Lione, occupando un posto di primo piano tra i Venuse altrettanto erotiche del Kunsthaus di Zurigo e della National Gallery di Londra. I tre dipinti, che sono molto simili, risalgono tutti agli anni 1625-1626.

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