Nella settimana che aggiunge un ulteriore tassello all’importanza di Parigi come centro dell’arte europea, Christie’s ripropone un format d’asta già consolidato: Thinking Italian. In vendita opere d’arte moderna e contemporanea, tra cui spiccano quelli realizzate nel Bel paese. Appuntamento il 18 ottobre 2024.
Mentre la fiera Art Basel Paris inaugura la sua nuova edizione zero (per la prima volta al Gran Palais e con il nuovo nome) e la rivale Sotheby’s apre una nuova sede all’83 di Rue du Faubourg Saint-Honoré, Christie’s prende parte alla settimana parigina, che vede anche inaugurazioni ed eventi fiorire ogni dove, con una vendita dall’anima italiana. Thinking Italian, asta che da un paio d’anni ha traslocato da Milano alla Ville Lumiere, ha tra i lotti più preziosi proprio una serie di opere realizzate da alcuni dei più grandi artisti italiani del secolo scorso. E se questo è l’ambito, chi può mai essere il primo nome sulla lista?
Ovviamente Lucio Fontana, maestro dello Spazialismo in asta con un Concetto spaziale, Attese del 1968, un monocromo rosso con quattro tagli ritmici impressi sulla tela negli ultimi mesi della sua vita. La stima è di 3-5 milioni. Per dare un punto di riferimento, un secondo Concetto spaziale, Attese in blu, del 1961, è valutato 600-900 mila euro. Il dipinto, nella stessa collezione da 50 anni, non è mai stato visto in pubblico.
Una fascia centrale di pieghe e grinze compatte e orizzontali si raccoglie su una tela monocroma bianca e nitida, sottolineando il potere estetico e l’autosufficienza delle materie prime. Di che opera stiamo parlando? Di un precoce Achrome di Piero Manzoni, realizzato tra il 1958 e il 1959. Nella stessa collezione per 25 anni, e poi in prestito al Mart di Rovereto, il dipinto è l’ultimo Achrome – di tali dimensioni e realizzato alla fine degli anni ’50 – rimasto in mani private. Gli altri due dipinti analoghi sono conservati al Centre Georges Pompidou di Parigi e al Walker Art Centre di Minneapolis. Anche per questo la sua stima è di 2.5-3.5 milioni di euro.
Di Domenico Gnoli troviamo La Robe rouge (1964), uno dei primi dipinti in cui l’artista si focalizzata su alcuni dettagli o sezioni. In questo caso ritrae solo il torso del suo soggetto femminile, riempiendo l’intera composizione con i seni, le braccia e i fianchi della donna. Le sue curve voluttuose ed esagerate accentuano le pieghe del vestito e accendono vari giochi di luce. La stima? 1-1.5 milioni di euro.
“Primordiali”, “segni di energia” e “immagini vuote” al di là di “intenzioni culturali” sono alcune delle definizioni che Mario Schifano usava per descrivere i suoi monocromi. Uno di loro, 7E-8E, è in asta a 600-800 mila euro. Monocromatico è anche la superficie che Enrico Castellani ha ottenuto conficcando chiodi nella cornice sottostanti alla tela, Dittico Nero-argento, realizzata nel 1964 ed esposta da Fondazione Prada nel 2001, quando Germano Celant ed Enrico Castellani lavorarono alla retrospettiva di quest’ultimo. Oggi è in asta a 450-750 mila euro.
Mentre a La Bourse de Commerce ha appena inaugurato una grande mostra dedicata all’Arte Povera, curata da Carolyn Christov-Bakargiev, Christie’s le fa eco con una serie di otto opere eseguite nel decennio tra il 1969 e il 1979 da Giovanni Anselmo, Luciano Fabro, Mario Merz, Giuseppe Penone, Vettor Pisani, Emilio Prini, Gilberto Zorio, Giulio Paolini e Alighiero Boetti. Spicca, di quest’ultimo, Dama, in cui l’artista esplora il tema di ordine e disordine. Stima 100-150 mila euro. Più alta la valutazione per un’opera della ricercatissima serie Aerei del 1989: 750 mila-1 milione di euro.