Giunto alla sua 23ma edizione, il Premio Cairo 2024 va all’artista Giuseppe Lo Schiavo, con l’opera Self Neural Portrait
È stato proclamato stasera, nella cornice milanese di Palazzo Reale, il 23mo vincitore dell’edizione 2024 del Premio Cairo, l’artista calabrese Giuseppe Lo Schiavo. Nato nel 2000 su volontà del presidente del gruppo editoriale omonimo, Urbano Cairo, il Premio Cairo ha l’obiettivo di sostenere i talenti emergenti e di far conoscere al pubblico nuovi protagonisti, tendenze e linguaggi nell’ambito della ricerca d’arte contemporanea italiana, ponendosi in varie occasioni come un trampolino di lancio su scala non solo nazionale.
Anche quest’anno, a valutare le venti opere inedite dei selezionati, è stata una giuria presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, e composta dal critico Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte-Fondazione Giorgio Cini di Venezia; Ilaria Bonacossa, direttrice del Palazzo Ducale di Genova; Bruno Corà, presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello; Lorenzo Giusti, direttore della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (Gamec) di Bergamo; Gianfranco Maraniello, direttore del Polo Museale del Moderno e Contemporaneo del Comune di Milano; Renata Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e dall’artista Emilio Isgrò.
L’opera Self Neural Portrait di GLOS
Giuseppe Lo Schiavo, alias GLOS (1986, vive tra Milano e Londra) há vinto grazie alla presentazione di una “fotografia sintetica”, intitolata Self Neural Portrait, ovvero realizzata senza un tradizionale apparecchio fotografico, ma attraverso tecniche informatiche: il soggetto è un mare in tempesta osservato dall’interno, ponendo l’osservatore quasi affacciato ad una finestra aperta. L’immagine della burrasca, minacciando la serenità di un davanzale con un vaso di fiori bianchi e i riflessi di una sfera lucida e perfetta, porta com sé anche un ulteriore elemento “alieno”: un sapone antibatterico denominato “soulwash”, simbolo di un’illusoria purificazione dai problemi quotidiani. Un’opera che – scrive Giulia Oglialoro – esplora l’ansia sociale e l’incapacità di affrontare le sfide contemporanee, riflettendo su come rispondiamo con rassegnazione e strategie inefficaci. Accanto, un elettroencefalogramma realizzato da Alberto Sanna, eseguito mentre l’artista osserva la propria opera, suggerisce un parallelo tra le onde del mare e le onde cerebrali, unendo il tumulto esterno a quello interiore.
L’opera entrerà a far parte della Collezione del Premio Cairo e GLOS riceverà un premio di 25.000 euro. Gli artisti selezionati per l’edizione 2024 del Premio sono stati: Thomas Berra, Chiara Calore, Tomaso De Luca, Pietro Fachini, Emilio Gola, Giulia Maiorano, Giulia Mangoni, Pietro Moretti, Matteo Pizzolante, Aronne Pleuteri, Vera Portatadino, Carlo Alberto Rastelli, Marta Ravasi, Adelisa Selimbašić, Davide Serpetti, Arjan Shehaj, Luca Staccioli, Maddalena Tesser, Flaminia Veronesi, oltre a GLOS.