Cultura, ambiente e società al centro della ricerca delle quattro artiste scelte – la siriana Simone Fattal, l’iraniana Shirin Neshat, l’italiana Monica Bonvicini e la milanese di origini senegalesi Binta Diaw – per l’illy Art Collection 2024.
Ormai una tradizione, una ricorrenza curiosa e divertente, che avvicina l’arte contemporanea al pubblico, che la rende a portata di mano, semplice come sorseggiare una tazzina di caffè. Il riferimento, come avrete intuito, è alla illy Art Collection, che ogni anno propone la sua iconica tazzina, come fosse una tela, a uno o più artisti di fama mondiale affinché la decorino con un’opera a loro scelta.
Quest’anno la scelta è ricaduta sulla siriana Simone Fattal, l’iraniana Shirin Neshat, l’italiana Monica Bonvicini e la milanese di origini senegalesi Binta Diaw. Ognuna con il proprio linguaggio espressivo, hanno riflettuto su alcune delle più urgenti questioni culturali, ambientali e sociali, raccontando la propria esperienza di donne in differenti contesti geografici e sociali e facendosi così portavoce della condizione femminile nel mondo.
Tanto che l’edizione va a sostenere il messaggio promosso dall’Associazione Genesi e dal suo Progetto Genesi. Arte e Diritti umani, curato da Ilaria Bernardi: un percorso itinerante che unisce eventi espositivi ed educativi con l’obiettivo di offrire una formazione permanente sul tema dei diritti umani.
Monica Bonvicini ha ripreso il motivo delle maglie della catena, elemento che compare in molte delle sue iconiche installazioni, sculture e disegni, ispirati alla serie di disegni rossi Hanging Heavy del 2001. Le catene e i loro nodi resi neri diventano un riferimento a quei momenti che condividiamo davanti a un caffè, scambiandoci idee, impegnandoci in conversazioni, parlando di qualcosa di nuovo. Rappresentano le relazioni e i ricordi, esprimono un senso di comunità e connessione. Binta Diaw, come spesso ha già sperimentato, ha posto al centro dell’opera se stessa, per esplorare i molteplici livelli di identità su cui lei, come tutti, costruiscono la propria persona. In particolare, l’artista si analizza in quanto corpo sociale, individua le sfumature della sua posizione di donna nera in un contesto occidentale. Interessante vedere su piccolo formato l’arte di Diaw, solitamente declinata in installazioni di dimensioni considerevoli.
Simone Fattal, attraverso il disegno, la pittura e la ceramica, evoca l’unione fra dimensione carnale e mistica, realtà e immaginazione. Il gioco di linee e segni colorati che decorano la tazzina illy Art Collection, restituiscono l’intimità profonda dei sentimenti e dei pensieri degli esseri umani ed esprimono il valore e la fragilità della vita. Sul corpo lavora anche Shirin Neshat, che attraverso la rappresentazione del corpo femminile e la scrittura sulla pelle esplora la complessità della condizione sociale della donna nella cultura islamica, esprimendo così il suo forte impegno civico a favore del femminismo e contro ogni forma di pregiudizio o censura.