Sarà New York la prima tappa del progetto Under the same sky dell’artista Eva Marisaldi, a cura di Leonardo Regano, che vedrà unite, sotto il segno dell’arte contemporanea, due importanti istituzioni museali: il Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto (Bologna) e il MET – Metropolitan Museum of Art di New York. Venerdì 25 ottobre, presso l’Etruscan Wing dell’istituzione museale americana, si svolgerà un laboratorio speciale ideato da Eva Marisaldi e Patrizia Cirino dell’Ufficio Mediazione ed Educazione al Patrimonio culturale della Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia-Romagna con Enrico Serotti e Denise Tamborrino direttrice del Museo Etrusco di Marzabotto in co-progettazione con il Greek and Roman Art Department del MET (info: engage.metmuseum.org). Il laboratorio sintetizzerà, attraverso un’azione performativa che coinvolgerà un gruppo di 15 persone, gli esiti della ricerca di Eva Marisaldi sulla città etrusca di Kainua, commissionata dalla direzione del Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto (Bologna), che ha portato anche alla creazione di una serie di opere inedite che saranno presentate nel parco archeologico emiliano a partire dal prossimo anno.
Con il progetto Under the same Sky Eva Marisaldi indaga l’archeologia come un possibile ponte capace di unire ed interpretare il passato e il presente in un momento unico. La ricerca dell’artista è da sempre caratterizzata da una multidisciplinarietà di linguaggi espressivi variamente combinati tra loro: disegno, fotografia, video, scultura, suono e installazione. Fin dagli esordi Marisaldi si concentra su una pratica artistica di tipo relazionale; le sue opere sono segnate dalla messa in evidenza dei rapporti, spesso casuali, che si innestano tra luoghi, oggetti e persone, in direzione di una ricerca ed analisi di connessioni e legami. La committenza del Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto all’artista si inserisce in un progetto molto più ampio di rilettura e reinterpretazione dell’area di Kainua, “Kainua. Manuale d’uso”: non più solo un sito archeologico ma un vero e proprio parco contemporaneo dove l’atto creativo si inserisce in un processo di mediazione tra memoria e arte in cui passato e presente possono incontrarsi e dare vita a nuove narrazioni e a meccanismi di fruizione inediti. Under the Same Sky costituisce una delle prime azioni nel parco archeologico che afferiscono all’ambito dell’arte contemporanea. Dopo Eva Marisaldi infatti altri artisti saranno coinvolti nella realizzazione di progetti e interventi nell’area.
LA VITA DEGLI OGGETTI, IL SUONO DELLA CITTÀ
Il laboratorio presso il MET
Il laboratorio “La vita degli oggetti, il suono della città” si inserisce all’interno di un accordo tra Ministero della Cultura e il Metropolitan Museum of New York e, in particolare, con la Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia-Romagna, per la valorizzazione del patrimonio archeologico etrusco e la condivisione di una nuova visione di Museo, più aperto e coinvolgente nei confronti del pubblico. Il Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto si propone come un’istituzione aperta e inclusiva per pubblici sempre più diversificati per background socio-culturale, interessi e apprendimento. Il Museo vuole essere uno spazio di incontro e di relazione capace di costruire nuove visioni, di ospitare e rappresentare altre narrazioni, di farsi agente di mediazione nello svolgere la propria funzione educativa presso tutti i pubblici. Per il progetto Under the same sky, la residenza artistica di Eva Marisaldi all’interno del Parco Archeologico di Marzabotto ha ridefinito il valore della sonorità, rivalutando il rumore dell’oggetto conferendogli la dignità di suono e generando molteplici riflessioni sull’antica città di Kainua e sulla sua vita quotidiana.
Per il laboratorio del MET, il gruppo di lavoro trans-disciplinare del Museo Nazionale Etrusco si è interrogato, a partire dalla ricerca di Marisaldi, su quale sonorità si poteva immaginare per la città di Kainua. Quale era la dimensione uditiva dell’esperienza umana, sia dal punto di vista estetico che sociale? Quali oggetti producono il suono della città? Quali suoni possono rappresentare un ponte tra passato, comunità e ambiente mettendo in relazione generazioni, civiltà, paesaggi e memorie sonore? Le molteplici ipotesi hanno portato alla realizzazione da parte di Marisaldi di una serie di artefatti che costituiscono una reinterpretazione plastica di materiale iconografico etrusco.
Al Metropolitan, durante il laboratorio verrà presentata una selezione di oggetti sonori che i partecipanti potranno indossare e re-interpretare nel corso di un’azione performativa costruendo così un immaginario ponte sonoro tra passato e presente. Attraverso l’azione performativa verrà messa in scena un’idea di “stratificazione” di luoghi, paesaggi, spazi, tempi. Il laboratorio indagherà nello specifico il rapporto tra la materialità degli oggetti e il corpo in relazione alla produzione di suoni, prendendo le mosse dal desiderio di superare il limite costituito dalla inaccessibilità dell’oggetto in vetrina, sperimentando, attraverso l’offerta dell’esperienza performativa, una relazione inedita tra soggetto (visitatore) e oggetto, attivatore potenziale di paesaggi e immaginari e di favorire una fruizione multisensoriale del patrimonio esposto. Dopo una breve introduzione i partecipanti saranno invitati ad indossare alcuni dei dispositivi sonori progettati dall’artista e saranno iberi di muoversi nello spazio per scoprire le sonorità dell’oggetto prescelto. Al termine, sarà richiesto loro di osservare la collezione etrusca esposta al museo e di individuare un reperto che possa completare l’esperienza di visita, raccontando le motivazioni alla base della loro scelta.
L’azione sarà documentata da un video registrato da Enrico Serotti. Parallelamente, sarà proposta la visione dell’opera video prodotta da Marisaldi e Serotti presso l’area archeologica di Kainua lo scorso luglio, incentrata sull’utilizzo degli stessi dispositivi sonori disponibili al MET. In questo modo si sostanzierà l’esperienza di condivisione dell’oggetto come portatore di storie legate a chi l’ha prodotto, a chi lo ha indossato e interpretato, creando una connessione ideale tra spazio, tempo e persone. L’attività laboratoriale sarà gratuita e sarà a cura della direzione del Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto, dell’ufficio Educazione e Mediazione culturale della Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia-Romagna e del Greek and Roman Art Department del Metropolitan Museum of Art e sarà condotto da Patrizia Cirino, Eva Marisaldi e Delphine Tonglet, Assistant Curator del Greek and Roman Art Department.