Resistere e Creare, la Rassegna di danza internazionale con la direzione artistica di Linda Kapetanea e Jozef Fruĉek, con il supporto di Marina Petrillo e a cura di Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, quest’anno ha visto e sta vedendo (continua fino al 20 dicembre) un’edizione “anniversario” che attraverserà la danza contemporanea offrendo una rassegna sempre più “internazionale” e “transdisciplinare”. Del resto, ad oggi la creazione artistica contemporanea è sempre più orientata verso la fusione tra i generi, in una naturale evoluzione del linguaggio performativo che supera le barriere delle etichette “danza”, “circo”, “physical theatre”, “teatro danza”, “circus dance”.
Lo spettacolo in programma sabato 19 ottobre, alla Sala Trionfo del Teatro al Tosse, dal titolo BLUEPRINT, era in prima nazionale e consisteva in una performance ad opera di Overhead Project, tornati a Genova dopo il piaciutissimo MY BODY IS YOUR BODY. Ma in cosa consiste Overhead Project e chi sono gli artisti che ne fanno parte? Overhead Project è sinonimo di performance tra circo contemporaneo e danza, due linguaggi che permettono prospettive diverse sul corpo umano e un approccio multidimensionale allo spazio e all’architettura. La compagnia, diretta dal coreografo e artista circense Tim Behren, parte dall’ intenso lavoro acrobatico e dalla formazione congiunta dello stesso Behren con Florian Patschovsky presso la Scuola di Circo Contemporaneo Ecole Supérieure des Arts du Cirque di Bruxelles. Oggi, il team artistico è composto dal compositore Simon Bauer, dall’artista visiva Charlotte Ducousso, dalla performer Mijin Kim e da altri artisti ed esperti provenienti da vari settori.
La compagnia ha ricevuto diversi premi internazionali e premi coreografici per i suoi lavori e quest’ultimo, con protagonisti in scena Mijin Kim e Francesco Germini, non è altro che un pas de deux (certamente non inteso come passo a due di danza classica) in cui la danzatrice Mijin e l’acrobata Francesco giocano con gesti di invito e provocazione. Si invitano con sguardi, con le mani, e i capelli hanno un ruolo fondamentale nell’approccio, del resto è noto quanto sin dalla mitologia fossero riferimento di forza, di energia, di fertilità, virilità, sessualità. Ancor più di altre parti del corpo i capelli, fin dall’antichità, hanno avuto un importante ruolo nelle tradizioni e nei riti e anche qui, non a caso, vengono utilizzati in questo senso.
I due arrivano sul palco dopo aver attraversato la scala della platea cominciando a fare intuire che tipo di gestualità dominerà poi tutta la performance che vede l’alternarsi di chi guida il gioco. Non si può parlare propiamente di danza, come non si può parlare propriamente di circo, e allora cosa viene proposto agli spettatori? Un’ora di jouer, senza dubbio un po’ troppa se non si palesano contenuti o un fil rouge che dia un senso all’intera performance. Vi è molto umorismo, questo sì, attraverso il quale i due mettono alla prova i limiti della loro forza fisica fino allo sfinimento. Una fatica che è esternata dai i loro forti respiri nonché da urla liberatorie che non sconvolgono più di tanto da quando la danza non si fa più solo con gambe braccia e piedi. Una comunicazione diversa in cui vengono rimescolati sentimenti e sensazioni riorganizzati in una gamma che si estende dalla cura, alla lussuria, alla brutalità. Diciamo che ci si aspettava di più.
Interessante la musica originale di Simon Bauer capace di creare spazi tridimensionali in un palcoscenico vuoto che porta comunque il pubblico ad immergersi nell’universo del dialogo fisico tra Mijin Kim e Leon Börgens.
Blueprint, che segna la conclusione della trilogia di Overhead Project “Human, Hyperobject and Transformation”, è co-prodotto da LOFFT – DAS THEATER Leipzig, EinTanzhaus Mannheim e studiobühneköln; sostenuto dal programma di residenza presso il PACT Zollverein (Essen); finanziato dal Ministero per la Cultura e la Scienza dello Stato della Renania Settentrionale-Vestfalia ; sostenuto dal Ministero della Cultura e della Scienza del Land Renania Settentrionale-Vestfalia, dall’Ufficio Culturale della Città di Colonia/Colonia, dal Fonds Darstellende Künste (Konzeptionsförderung) con fondi del Commissario del Governo Federale per la Cultura e i Media nell’ambito di NEUSTART KULTUR, Ufficio Culturale della Città di Lipsia e da LaFT BW e.V. da fondi statali approvati dal Parlamento del Land del Baden-Württemberg.