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Bartolini, Ingres e la musica: un incontro prezioso alla Fondazione Rovati

Il volto e l'allegoria | Daniele Portanome per Fondazione Luigi Rovati
Il volto e l’allegoria | Daniele Portanome per Fondazione Luigi Rovati

Mercoledì 23 ottobre ore 18.00, Fondazione Luigi Rovati presenta l’incontro “Bartolini, Ingres e la musica”. Intervengono: Alberto Battisti, Storico della musica, Carlo Sisi, Accademia di Belle Arti di Firenze. Ingresso libero alla conferenza, con prenotazione sul sito www.fondazioneluigirovati.org. I possessori della tessera Abbonamento Musei accedono gratuitamente anche al Museo d’arte

Fino al 16 febbraio è in corso alla Fondazione Luigi Rovati la mostra Il volto e l’allegoria. Sculture di Lorenzo Bartolini, curata da Carlo Sisi. Nelle opere in mostra, Bartolini esprime compiutamente l’esperienza romantica del purismo italiano (prima metà dell’800), di cui è stato tra i maggiori protagonisti, con il ritorno formale e spirituale all’idealismo artistico quattrocentesco. Al centro due tematiche: l’allegoria e il ritratto. La mostra è patrocinata dalla Regione Lombardia. La mostra si apre al Piano Nobile con la scultura in marmo La Carità educatrice, nella versione realizzata nel 1846. L’opera originaria venne commissionata a Bartolini dal granduca Ferdinando III di Toscana nel 1817. La scultura rappresenta, fra naturalismo e allegoria, la figura doppia di una donna che si “stacca” dalla sua bellezza naturale per diventare madre educatrice dei figli, secondo il dettato civile di quel periodo storico legato alla Restaurazione. La ciocca di capelli che cade libera sul volto è la chiave allegorica di questo slittamento: liberata dalla capigliatura composta, lascia spazio alla identità materna nella sua interezza. Una duplicità che accompagna l’opera e la vita di Bartolini, insieme artista e filosofo dell’etica, capace con lo stile e la grazia già ai suoi tempi riconosciuti, di interpretare e dare forma a gesso e poi marmo nei vari contesti anche domestici, in cui trovano posto le sue sculture. Nella Sala Armi è ricostruita la complessità del percorso creativo dell’artista che si muove tra queste dimensioni, passando dalla forma del modello ai prototipi, fino ad arrivare all’opera.

Lo Spazio Bianco ospita la rappresentazione della seconda centralità: il volto, che ricostruisce la grande ricerca e la sensibilità di Bartolini nel collegare la bellezza naturale con la bellezza esistenziale dei volti ritratti, frutto della ricerca anche della fisionomia psicologica di ciò che scolpisce. Il rapporto di sintesi fra naturale e ideale diventa qui rapporto fra bellezza naturale e trasformazione culturale. La resa, infatti, elegante e minuziosa del gioco dei capelli e dell’acconciatura dei ritratti femminili in mostra – busti in marmo e in gesso, insieme a una selezione di riproduzioni fotografiche di altri ritratti scultorei dell’artista – diviene nella poetica di Bartolini una propria specifica estetica, autonoma nel generare linee e forme, e un modo per testimoniare, attraverso la ricostruzione di una moda, la parte “secolarizzata” della cultura sociale. Il mondo della madre si combina con l’estetica della donna e, nella sintesi delle sculture, leggere e aggraziate, diviene ancora più potente.

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