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Genova. Quanta poesia e vita ne “La mecánica del alma” di Zero en Conducta

La mecánica del alma La mecánica del alma
La mecánica del alma
La mecánica del alma

Se pensiamo a una marionetta altro non viene in mente se non una figura a corpo intero, un fantoccio in legno, stoffa o altro materiale, che, comandato dalle mani, si muove davanti agli spettatori. In senso metaforico poi marionetta è anche una persona in carne ed ossa dai movimenti impacciati, rigidi, goffi, oppure una persona priva di volontà, di carattere, che agisce secondo il volere degli altri.

Ebbene Nolan è sì un grosso pupazzo che si muove sotto il comando dalle mani altrui, ma non è assolutamente un fantoccio, nel senso che non è privo di volontà, anzi! E qui sta il bello di tutta la performance condotta dalla straordinaria compagnia spagnola Zero en Conducta, che sabato 26 ottobre al Teatro Gustavo Modena ha aperto la nuova edizione della Rassegna Sabato a Teatro del Teatro Nazionale di Genova con lo spettacolo La mecánica del alma.

La Compagnia di Barcellona nasce da un progetto ideato nel 2011 da José Antonio Puchades (Putxa) con l’intento di esplorare le potenzialità espressive delle diverse arti performative legate al movimento. La sua ricerca si concentra quindi sull’unione del mimo corporale, della danza, delle marionette e del teatro fisico in generale. Zero en Conducta si dedica anche alla didattica, incentrata sulla manipolazione degli oggetti e del corpo, sulla consulenza artistica e sulla produzione audiovisiva. Il tutto, sempre incentrato sul linguaggio del movimento, e sulle sue diverse discipline, per arricchire la particolare ricerca che la compagnia da porta avanti.

Nello spettacolo presentato a Genova davanti a un folto pubblico fatto di bambini, ma anche di tanti “grandi” (senza dubbio più in grado di apprezzare meglio quanto stava accadendo sul palco), il gruppo composto da cinque danzatori/marionettisti ci ha fatto vedere come funziona la meccanica dell’anima, qual è la differenza tra un burattino e un essere umano, interagendo con una marionetta altezza uomo che sotto le loro mani sembrava aver veramente vita. Ecco che a tutti in platea è sorto davvero il dubbio se l’anima dei burattini non sia poi così diversa dalla nostra. Certo, Nolan è un fantoccio e la sua vita non esiste senza i suoi burattinai, sono loro che in un certo senso gli danno vita, ma è proprio così?

La mecánica del alma

Guardando questo spettacolo il mio pensiero è andato a un altro celebre burattino: Petruška, una delle prime creazioni del coreografo Michel Fokine, realizzata per la compagnia dei Ballets Russes di Sergej Djagilev. La storia è basata sull’omonimo personaggio della tradizione russa, un burattino “scatenato” il quale si divide fra due entità, quella fisica e quella interiore. Ha il corpo di segatura e la testa di legno, che a un certo punto prende vita e riesce a provare sentimenti. Ecco, anche Nolan nei momenti in cui gli viene data vita, si domanda se siano reali le sue emozioni e sogna la possibilità di respirare da solo.

E sì, perché l’unica differenza tra lui e gli essere umani è il respiro, il solo in grado di armonizzare il corpo la mente e le sensazioni, il solo che crea un collegamento tra conscio e inconscio e consente di accedere a stati di coscienza non ordinari, l’elemento comune a tutti gli esseri umani. E Nolan come Petruška vuole essere un uomo. La sua testa di legno ha occhi vivi che guardano i compagni umani con affetto e complicità, le sue mani cercano quelle degli altri con voglia di esplorare anche i loro corpi, i loro movimenti, la loro linfa vitale. Ci riuscirà?… Non vogliamo svelare nulla consigliando invece di vedere questo splendido spettacolo di teatro fisico, in cui danza, mimo e marionette si mischiano con grande abilità tecnica in tutte le forme d’arte, ma soprattutto con grande poesia, e il mondo d’oggi ha davvero tanto bisogno di poesia.

Questa è la quinta e più grande produzione della pluripremiata compagnia catalana formata da Amok Cor, Elena Lalucat, Pino Steiner, Putxa, Julieta Gascón. La drammaturgia è di Julieta Gascón, Putxa e David Maqueda; la costruzione della marionetta si deve a Mina Trapp, mentre le musiche sono di Bob González con la collaborazione di Jorge da Rocha. Una produzione TàndemPro – Bruno Valls. Sessanta minuti di bellezza assolutamente da non perdere.

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