Alice Baber (1928-1982) è stata una pittrice espressionista astratta americana, nota soprattutto per le forme organiche e biomorfiche che dipingeva usando una tecnica di colorazione che le consentiva di esplorare il colore puro e suscitare “un senso di luce radiosa”. E la galleria Ronchini, presente ad Artissima 2024 ne ha presentate alcune deliziose, una sua intima e significativa raccolta di gioielli astratti in mostra a Torino.
I dipinti fanno parte di un intimo corpus di opere (provenienti dalla Paul and Suzanne Jenkins Foundation di New York) che l’artista ha realizzato durante la sua permanenza a Parigi dove ha vissuto dal 1959 al 1968 come altri artisti americani tra i quali Paul Jenkins (con cui è stata sposata dal 64 al 68), Joan Mitchell, Sam Francis e molti altri, conosciuti allora nella capitale francese come L’école du Pacifique.
Nelle opere dell’artista americana, il colore si intreccia al movimento, dando vita a composizioni pulsanti di energia. Baber, infatti, si riferiva ai suoi tentativi di trasmettere i sentimenti attraverso il colore come a una fame di colore e all’esplorazione dell’infinita gamma di possibilità. Attraverso l’uso delle dita o la sua tecnica unica di “affondare e sollevare” carte veline imbevute di acquerelli, l’artista ha saputo trasformare i pigmenti in raffinate composizioni biomorfiche.