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A Milano, le “Impronte” di Toroni svelano il legame tra opera e architettura

Niele Toroni, Impronte di pennello n. 50 a intervalli di 30 cm, 2011 Acrilico su tela, 200x200 cm, Courtesy A arte Invernizzi, Milano, Foto Bruno Bani, Milano
Niele Toroni, Impronte di pennello n. 50 a intervalli di 30 cm (dettaglio) 2011, acrilico su tela, 200×200 cm, courtesy A arte Invernizzi, Milano, foto Bruno Bani, Milano
Invernizzi inaugura il prossimo 4 dicembre 18 una mostra personale di Niele Toroni, maestro in bilico tra concettuale e minimalismo. Sin dal 1967, Toroni ha costruito una cifra stilistica inconfondibile, fondata su un metodo rigoroso e originale: la ripetizione di impronte di pennello n. 50, disposte a intervalli regolari di 30 cm. Una reiterazione che, lontana da ogni gesto decorativo, si afferma come una pratica concettuale che permette all’artista di esplorare le possibilità di un dialogo profondo tra pittura e spazio. Ogni impronta diviene infatti un nodo di connessioni, tracciando traiettorie invisibili che invitano lo spettatore a un’interazione sensoriale e meditativa con l’ambiente circostante.

Il percorso espositivo si snoda attraverso 25 opere che documentano l’intera evoluzione creativa dell’artista, includendo lavori su formati e supporti eterogenei – tela, carta, giornale, tela cerata, legno – e compiendo un arco temporale che va dall’Omaggio a Paolo Uccello del 1965 fino all’album recente Impronte di pennello n.50 a intervalli di 30 cm “A nous la liberté”. In quest’ultimo, l’alternanza cromatica delle impronte si sviluppa sui singoli fogli in una sequenza ritmica e dinamica, che raggiunge fino a quattro impronte per pagina.


Niele Toroni, Impronte di pennello n. 50 a intervalli di 30 cm (dettaglio) 2011, acrilico su tela,69,5×49,5 cm, courtesy A arte Invernizzi, Milano, foto Bruno Bani, Milano

Tra le opere in mostra emerge anche una porta sulla cui superficie Toroni intervenne nel 2007, lasciando una traccia tangibile del suo passaggio che trova eco nell’opera permanente situata sulla porta d’ingresso della galleria e nei due interventi sulle pareti del piano inferiore, realizzati nel 2011.

Questo percorso sollecita lo sguardo dello spettatore verso una percezione dello spazio come entità viva e pulsante, articolata in nuove dimensioni fisiche e visive. Le impronte, lungi dall’essere meri segni pittorici, si rivelano generatori di spazialità che interagiscono con l’architettura della sala, svelando il legame profondo tra opera e struttura espositiva.

 

Niele Toroni. Impronte di pennello n. 50
4 dicembre 2024 – 12 febbraio 2025

A ARTE INVERNIZZI, Via Domenico Scarlatti 12, Milano

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