Tanti capolavori del secolo scorso, di cui un importante nucleo realizzati da artisti italiani, compongono la grande asta di arte moderna e contemporanea che Dorotheum ha in programma a Vienna il 19, 20 e 21 novembre 2024.
Data la soggettività di ogni immaginario, sentiamo di non sbagliare affermando che nella nostra mente Vienna vive sempre mesi più freddi dell’anno. I palazzi eleganti liberi di essere algidi, cappotti pesanti e lunghe sciarpe indosso alle persone, la luce che dall’azzurro digrada al blu scuro della sera, dove i lampioni colano la propria luce su uno strato di neve sottile ma distribuito su tutti i tetti, marciapiedi e carrozze ottocentesche. Forse queste ultime non sono poi così tante, come forse è prematuro pensare alla neve a novembre, ma nel capoluogo austriaco è in arrivo un incanto capace di accendere, come una scintilla che passa da candela a candela, l’intera anima artistica della città.
Si tratta dell’asta di arte moderna e contemporanea di Dorotheum, che come da tradizione si terrà nella suggestiva cornice del Palais Dorotheum, il 19, 20 e 21 novembre. Innesco principale non può che essere l’espresione ancora più intensa dell’arte viennese, l’indimenticabile Secessione d’inizio Novecento il cui riverbero arrivana intatto fino ad oggi. A rappresentarla, in asta, un toccante ritratto di bambina realizzato da Egon Schiele nel 1917, che incarna con delicatezza la vulnerabilità dell’infanzia (stima 240-400 mila euro). Al suo fianco, la rappresentazione intensa di due amanti firmata da Gustav Klimt si distingue per una profonda carica emotiva e per la sensualità delle forme (stima 70-100 mila euro).
Da qui il Secolo breve si dipana nelle sue avanguardie più audaci, a partire dall’Espressionismo e da Max Oppenheimer, in vendita con un autoritratto (stima 160-220 mila euro) dal tratto vibrante e incisivo che evoca le tensioni che animavano l’artista. Singolare la quota cubista, condensata in Jacques Lipchitz e nella sua scultura, Homme assis avec guitare (Guitar Player in Chair), caratterizzata da linee audaci e forme stilizzate (stima 120-180 mila euro). L’eco surrealista risuona ne L’Émanatrice di Victor Brauner (1951), un’opera dall’intenso misticismo, la cui iconografia densa e straniante traduce perfettamente l’esplorazione simbolica ed esoterica del maestro rumeno (stima 150-200 mila euro).
Particolarmente nutrito e significativo il nucleo di opere italiane, realizzate dai grandi maestri del Novecento, talvolta divergendo dal loro stile più iconico. Come accade per la monumentale opera di Giacomo Balla (Futurismo; Fascismo e Sovversivismo; Fascisti e Antifascisti. Stima 100-150 mila euro). La tela, fortemente voluta da Germano Celant per la mostra Post Zang Tumb Tuuum: Art Life Politics: Italia 1918–1943, allestita nel 2018 alla Fondazione Prada di Milano, si distacca nettamente dall’estetica futurista e dai canonici “realismi di regime” per abbracciare una sensibilità pre-Pop. In modo simile, di Antonio Ligabue non è proposta una feroce tigre, ma un tenero gattino stimato 35-50 mila euro.
Anche in campo contemporaneo sono diverse le opere di autori italiani. Come Trasparente di Carla Accardi, eseguito nel 1954 ed esemplificativo della sua ricerca formale (stima 50-70 mila euro). Compresenze/ Tensione ’82 (Passa Van Gogh) esprime invece tutta la forza drammatica del gesto pittorico di Emilio Vedova, con lampo di giallo, blu e arancione che attraversano la materia oscura (stima 250-350 mila euro). Valerio Adami, fresco della recente retrospettiva presso il Palazzo Reale di Milano, è presente con un elegante acrilico del 1964 che esplora il confine tra l’astrazione e la figurazione (stima 20-30 mila). Di un anno successivo è invece lo storico smalto di Mario Schifano, A la Balla, il cui titolo è un esplicito richiamo e omaggio al Futurismo italiano (stima 90-120 mila euro). Ora in mostra alla Fondazione Agnelli di Torino, Salvo, è in asta con La Valle, del 2001, stimata 60-80 mila euro.
Tra i capolavori internazionali spicca The language of nature di Stanley Whitney (stima 300-500 mila euro), Study for Mel’s model di Tom Wesselmann (stima 120-160 mila euro) e Marcel Proust di Andy Warhol (stima 280-380 mila euro). Un finale letterario per un’asta che promette il respiro avvincente di un romanzo.