Un dipinto di Chagall, stimato 700-900 mila euro, è il top lot dell’asta di arte moderna e contemporanea che Farsetti ha in programma il 29 e 30 novembre 2024 a Prato.
In un cielo blu intenso due figure si librano in volo. Dall’alto sfiorano i tetti parigini, per poi allontanarsi dalla città e raccogliere, di campagna in campagna, animali reali e fantastici, che li seguono in questa avventura sognante e nostalgica, immersa nell’Europa ma col cuore in Russia. L’avrete già capito: è un’opera di Marc Chagall, che rimescolando questi elementi ha trovato la sua personale cifra stilistica. Il lavoro in questione è L’écuyère à Saint-Paul, del 1975, un olio su faesite di cm 52,5×68. Il dipinto è impregnato di un’atmosfera fiabesca, che riesce a trasmettere all’intera vendita di cui è il top lot: l’asta di arte moderna e contemporanea di Farsetti.
Non a caso viene anche detto incanto, l’evento in cui vengono battute all’asta una serie di lotti. In questo caso opere d’arte, che sulla scia dello Chagall stimato 700-900 mila euro, di certo non una valutazione con molti eguali nel palinsesto italiano, mantengono il livello sui crismi dell’eccellenza. Come nei due lavori di Gino Severini, I tulipani (stima 350-500 mila euro) e Natura morta con grappoli d’uva, pere e bicchiere (stima 120-180 mila euro). Qui torna Parigi come luogo d’emigrazione per l’artista, che qui si spoglia dell’abito futurista per deviare verso una sintassi cubista. La scomposizione dei piani e degli oggetti nella sua pittura di quegli anni aveva quale obiettivo principale il raggiungimento di un perfetto equilibrio tra il rigore della forma geometrica e la vivace espressività del colore, nell’idea di una nuova classicità. Obiettivo raggiunto pienamente da Severini.
Di un altro protagonista del Futurismo italiano, ma questa volta colto in un momento precedente al suo approdo alla corrente di Marinetti, viene proposto il dipinto Sera (stima 320-420 mila euro). L’autore è Umberto Boccioni, qui presente con un’opera legata ai suoi esordi divisionisti, con la pennellata vibrante che accende la malinconica luce del tramonto. Ci ritroviamo di nuovo nella capitale francese con uno degli Les Italiens de Paris, un nome che rivela pienamente il ruolo di quel gruppo di artisti nella Parigi anni Venti-Trenta. Parliamo di Massimo Campigli, all’asta con Il cappello verde del 1940 (stima 60-80 mila euro) e La disputa del 1936-38 (stima 140-200 mila euro). In entrambe fanno capolino le sue figure sospese nel tempo, essenziali, legate all’arte arcaica, minoica ed etrusca.
Sugli stessi toni marroncini, leggeri e quasi impalpabili, si inseriscono anche i Fiori di Giorgio Morandi (stima 180-260 mila euro). Si accendono i colori nell’Autoritratto con cravatta di Antonio Ligabue. La sua figura si staglia infatti in primo piano su un paesaggio segnato dall’intenso blu del cielo e dal pulsante verde del prato (stima 250-320 mila euro). Cromatismo che prosegue, solo idealmente, in Toscana di Salvo, ormai presenza costante in tutte le aste di prima fasica, a maggior ragione dopo la grande mostra che la Pinacoteca Agnelli gli sta dedicando nella sua Torino. Nel catalogo di Arte Contemporanea presenti anche opere di Alighiero Boetti, tra cui il ricamo Il tesoro nascosto, 1990 e un dipinto del 1971 dell’artista ottico Victor Vasarely, Babel.
Ritorno al moderno per chiudere le segnalazioni, con Giulio Turcato e il suo Comizio (stima 30-40 mila euro), olio su tela del 1948 dal soggetto analogo a quello conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Infine una nota internazionale, suonata da Hermann Nitsch sullo spartito dell’Azionismo Viennese. Nell’opera di grandi dimensioni Senza titolo, del 2000, acrilico su tela da cm 200×300, è possibile ritrovare quelle radici espressioniste che mettono al centro della sua opera sia performativa che pittorica l’istinto, la dimensione più profonda dell’essere umano a livello emozionale ed irrazionale.