La nuova sede della galleria Scaramouche è a Milano in via Vezza d’Oglio, tra la Fondazione Prada e la Fondazione ICA
Trenta lavori storici, tra cui tele di grandi dimensioni, opere su carta, legni incisi, terrecotte policrome e grafiche originali. Per testimoniare il clima artistico della New York di fine anni Settanta, dove lui si trasferisce ed entra in contatto con gli artisti del nascente movimento Neo-Espressionista dell’East Village, da Jean-Micheal Basquiat a Keith Haring, Julian Schnabel, Kenny Scharf. Lui è James Brown, e le opere citate animano la mostra Prehistoric New York: 1981-1986, che segna il ritorno sulla scena italiana della galleria Scaramouche. A promuoverne il rilancio, dopo la lunga esperienza newyorkese, è lo storico titolare Daniele Ugolini, rafforzato dalla nuova partnership con Simone Ferretti.
La scelta della nuova sede è decisamente strategica, a Milano in via Vezza d’Oglio, tra la Fondazione Prada e la Fondazione ICA. In un block dall’ampio cortile dove affacciano un noto locale meneghino ed una factory di eventi, focalizzata nella moda. Questa prima mostra, visibile dal 30 novembre al 29 marzo 2025 presenta dunque una vasta selezione di opere museali di James Brown, morto tragicamente in un incidente stradale insieme alla moglie Alexandra Condon in Messico nel 2020.
Negli anni in questione l’artista ha esposto a New York alla Tony Shafrazi Gallery e alla Leo Castelli Gallery, e in Italia, a Napoli, nella Galleria di Lucio Amelio. Combinando nei suoi lavori elementi primitivi derivanti dai contesti rituali delle popolazioni indigene dell’Africa e dell’America, con astrazioni informali e gesti istintivi e dirompenti. Per chi non potesse partecipare all’opening, ecco qualche immagine in anteprima…