Inaugurato da circa un anno, lo spazio Gres Art 671 si pone come nuovo polo per l’arte e la cultura nella città di Bergamo.
Nato sulla riqualificazione di un ex-fabbrica dismessa, propone oltre 3.000 metri quadrati suddivisi in spazi espositivi, sale per laboratori e conferenze, oltre a un bistrot-ristorante e un ampio giardino. Il polo culturale sorge in un’area postindustriale di fine ‘800, dove un tempo si trovava un complesso di produzione di tubi in ceramica gres. Le sue qualità architettoniche sono quelle tipiche degli stabilimenti industriali dell’epoca.
L’impronta storica dell’edificio è valorizzata attraverso interventi come la modifica della facciata e la realizzazione di un giardino, creando così una dimensione contemporanea, pur nel rispetto della vocazione delle origini. L’ingresso ha acquistato nuovo respiro con una grande piazza – uno spazio aperto, vivo e inclusivo – dalla quale si accede a due padiglioni: il primo dedicato all’accoglienza, il secondo destinato ai progetti espositivi. A questi si affianca un ampio giardino con accesso libero per tutti i cittadini.
Il progetto di recupero degli spazi è firmato dallo studio di architettura De8 Architetti di Bergamo, mentre il giardino è a cura dei paesaggisti Lucia Nusiner + Maurizio Vegini, dello studio GPT (Giardini Paesaggio Territorio). A loro si deve anche la trasformazione in rigogliose fioriere dei vecchi vagoni in corten che trasportavano i tubi in gres, con un mix di piante da sole o da ombra, a seconda dell’esposizione sui binari che sono stati conservati all’ingresso dell’edificio. Nel nome del nuovo spazio c’è il riferimento alla Strada Statale 671, che ha preso vita in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, su iniziativa della Fondazione Pesenti.
Se il punto di partenza di GRES ART 671 era un ex complesso industriale, il suo punto di arrivo è un luogo pubblico, di relazione sociale e culturale, la cui identità viene man mano costruita da chi lo abita e dalle iniziative culturali che qui hanno vita. E’ un luogo che desidera promuovere l’arte attraverso una gestione professionale e responsabile, puntando alla sostenibilità economica e ambientale. L’arte diventa mezzo e strumento per attivare la comunità, coinvolgendola nel cambiamento, sfruttando le risorse disponibili per migliorare la città, i suoi quartieri e la vita stessa delle persone che li abitano o che li visitano. Quei binari sono parte della memoria storica del passato industriale dell’area, che lascia spazio a un presente di produzione artistica e culturale.
In questo periodo è visitabile una mostra esaustiva dedicata alle performance di Marina Abramovic.