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Al Kunstmuseum di Berna la più completa retrospettiva su Marisa Merz in Svizzera

Marisa Merz in Florence, 1996 Photo: Gianfranco Gorgoni © Maya Gorgoni
Marisa Merz in Florence, 1996, Photo: Gianfranco Gorgoni © Maya Gorgoni

Il Kunstmuseum di Berna presenterà la più completa retrospettiva di Marisa Merz in Svizzera, dal 31 gennaio al primo giugno 2025. Il percorso espositivo presenterà circa 80 opere in cinque capitoli in cui saranno presenti cui disegni, dipinti, sculture e installazioni.
La mostra, a cura di  Livia Wermuth, si intitolerà “Ascoltare lo spazio” è stata realizzata in collaborazione con il LaM – Lille Métropole, musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut, il Fridericianum di Kassel, dove sarà esposta dal 30 agosto 2025 fino al 18 gennaio 2026, e la Fondazione Merz di Torino.

«Marisa Merz (Torino, 1926 – 2019), unica donna nella cerchia dell’Arte Povera, – ha ricordato il museo – è stata una delle figure di spicco della scena artistica italiana del dopoguerra. Nel 2013 è stata premiata con il Leone d’oro per il lavoro di una vita alla 55esima edizione della Biennale di Venezia. Oggi è considerata l’unica donna tra i principali rappresentanti dell’Arte Povera.
Le sue opere, sottili e potenti, contengono numerosi riferimenti alla storia dell’arte europea, così come storia dell’arte europea, ma anche a molti materiali e tecniche quotidiane».

«Dall’alluminio all’argilla, dal rame al nylon, dalla cera al tessuto: le opere di Marisa Merz […] riflettono la sua stretta relazione con il gruppo radicale dell’Arte Povera attorno agli artisti italiani Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Pino Pascali, Giulio Paolini, Emilio Prini e suo marito Mario Merz, che si sviluppò in una turbolenta Italia post-industriale alla fine degli anni Sessanta.
Marisa Merz ha condiviso con con i colleghi il suo interesse per le materie prime, per il rapporto della scultura – nel suo caso il corpo, in particolare quello femminile – con lo spazio, nonché per la relazione tra la scultura e il corpo, nonché il rapporto tra arte e vita.
Questo l’ha portata a sviluppare una posizione artistica autonoma: il suo lavoro si distingue per il silenzio, la poesia e la ricerca della fragilità dell’arte e della vita, espressi in un corpus di opere creato in oltre cinquant’annni di ricerca», ha proseguito l’istituzione.

Marisa Merz, Untitled, 1982, Raw clay, copper wire, tacks.17 × 16 × 22 cm. Merz Collection. Photo: Renato Ghiazza © 2025, ProLitteris, Zurich

 

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