![Paolo Manazza](https://artslife.com/wp-content/uploads/2025/01/Paolo-Manazza-1000x684.jpg)
Fondatore nel 2004 di ArtsLife, giornalista d’arte con decenni di esperienza ai massimi livelli, brillante pittore, Manazza è scomparso all’età di 65 anni per le conseguenze di una grave malattia
Ripeteva spesso, Paolo: “Quando morirò dovete scrivere che è morto il pittore Paolo Manazza“. Lo diceva con quell’aria ironica e un po’ cinica, milanesissima, come del resto lo era, nato proprio a Milano, nel 1959. Però, Paolo Manazza, non era solo un pittore, ben lo sappiamo: oltre che fondatore di ArtsLife – fondato nel 2004 come strumento di lavoro per gli studenti della cattedra di “Teoria e pratica della multimedialità nell’arte” all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, dove era stato insegnante per un certo periodo – Manazza è stato uno dei più brillanti giornalisti d’arte italiani, e aveva contribuito regolarmente per L’Espresso, La Stampa, La Repubblica e Il Corriere della Sera che, recentemente, gli aveva dedicato una copertina della sua Lettura, con un NFT da collezione.
Un’opera dove non mancava il rosa, quel colore che per lui era quasi un mantra, e che riconduceva all’inizio del suo interesse per la pittura astratta e per un protagonista del ‘900 in particolare: Willem de Kooning. E infatti, in varie occasioni, Manazza aveva dichiarato: “Tutto è iniziato molti anni fa, quando mi sono accorto di essere ipnotizzato da alcune sfumature di rosa. Quelle di Willem de Kooning. Cominciai a mescolare l’Informale americano con quello italiano e francese, in un ideale incontro tra l’astrazione statunitense e quella europea. Saltavo tra gli anni ’40 e i ’90 del secolo scorso“.
Poliedrico e instancabile
Eppure ci volle un po’ di tempo prima di “riconoscersi” come pittore: era il 2008 quando Manazza, alla Fondazione Maimeri, realizzò la sua prima personale con un titolo ironico e provocatorio: “ViceVersa: i quadri di un critico presentati dagli artisti”. Un “gioco” in pieno stile Manazza, che decise per l’occasione di trasformare alcuni artisti contemporanei italiani in critici d’arte per un giorno, che firmarono un Manifesto per la “libera circolazione dell’energia creativa”. Gran parte delle venti opere in mostra, prodotte dal 2005 al 2008, fu venduta e con i guadagni, Paolo, decise di acquistare circa cento lattine di vernice; successivamente organizzò una festa durante la quale le regalò ai giovani artisti invitati.
![La cover de La Lettura firmata da Paolo Manazza](https://artslife.com/wp-content/uploads/2025/01/La-cover-de-La-Lettura-firmata-da-Paolo-Manazza.jpg)
Ma tra le altre attività di Manazza, oltre alla pittura e al giornalismo, c’era stata anche la creazione di veri e propri eventi che negli anni erano diventati veri e propri appuntamenti da non perdere per gli amanti dell’arte. Stiamo parlando, naturalmente, di WopArt – Work on Paper Art Fair, che aveva debuttato nel 2016 al Centro Esposizioni di Lugano, diventando in breve un evento con cui ricominciare la stagione (la fiera si svolgeva i primi di settembre) e anticipando l’interesse di fiere e collezionisti a quel settore del mercato per lungo tempo considerato “minore”, quello delle opere su carta, appunto.
Visionarietà
Un ultima stelletta, poi, era stata l’onorificenza di “Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana”, consegnata nel settembre 2005 dall’allora Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi. Negli ultimi periodi aveva allentato il suo impegno diretto nel giornalismo, per dedicare tutte le sue energie ai suoi colori. Mostre personali a La Spezia, nella sua amata Agrate Conturbia, la presenza della collettiva museale “Aere”, a Perugia. E la sua pittura stava mutando: liberandosi sempre più delle griglie mentali dell’espressionismo astratto, per fluire in un personalissimo lirismo profondamente spirituale