Print Friendly and PDF

“L’arte della vita” secondo Guglielmo Spotorno, al Museo della Permanente

Guglielmo Spotorno
Guglielmo Spotorno
Milano. Al numero di 5 di via Turati, dal 30 gennaio al 9 febbraio, la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente ospita nelle sue sale “Guglielmo Spotorno. L’arte della vita” a cura di Giovanni Gazzaneo e Flavia Motolese.

La personale racconta come Spotorno sia riuscito a fondere arte, vita e filosofia in un unico flusso espressivo, diventando una delle figure più significative della pittura contemporanea. Afferma l’artista: “I miei quadri parlano per me”, spiegando come le sue opere riflettano la sua incessante ricerca interiore. “Sono la mia vita inquieta, che ha sempre fatto troppe domande a sé stessa e a chi ha incontrato”, aggiunge l’artista, sottolineando il legame tra il suo pensiero e l’atto pittorico. Il nero e il bianco, pur non essendo sempre visibili, simboleggiano i poli opposti della sua inquietudine, un’inquietudine che ha avuto da bambino e che lo ha spinto a ‘guardare oltre’, costantemente in movimento tra le diverse direzioni della vita e dell’arte.

Spotorno, nato a Milano nel 1938, è un artista poliedrico, poeta, imprenditore e filosofo, la cui carriera spazia dalla pittura alla riflessione. Fin da giovane, ha mostrato un talento precoce per il disegno, vincendo premi già all’età di 13 anni. Cresciuto in un ambiente culturale stimolante, frequenta la galleria d’arte della madre, dove entra in contatto con artisti come Felice Casorati, Mario Sironi e Arturo Martini, influenzando il suo percorso artistico. Dopo studi classici e due lauree in Scienze Politiche e Filosofia, sviluppa uno stile che fonde l’informale con una riflessione filosofica profonda. Nel corso della sua carriera, Spotorno ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio “Città di Milano” nel 1982 e il premio “Dino Buzzati” nel 1989. La sua carriera espositiva è iniziata negli anni ’80 e ha visto importanti mostre personali in Italia e all’estero, consolidando la sua fama. A partire dal 2014, la sua attività espositiva si intensifica con mostre a Milano, Berlino, Tirana e altri eventi di prestigio, come l’Expo Dubai 2021. Nel 2023 riceve la Medaglia alla Carriera per i 50 anni d’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Negli ultimi anni, Spotorno ha scelto di vivere a Celle Ligure, tra arte, natura e i ricordi delle esperienze artistiche che hanno segnato la sua lunga carriera.

La mostra è dunque un’occasione per approfondire la figura del maestro, anche attraverso la  monografia (creata per l’evento) che ripercorre l’evoluzione artistica e umana dell’artista. Il volume, edito da Crocevia, raccoglie saggi di grande prestigio, tra cui quelli di José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, Stefano Zuffi, e degli stessi curatori Giovanni Gazzaneo e Flavia Motolese. Il libro, di trecentoventi pagine, include una ricca documentazione fotografica, comprese immagini di opere inedite, scattate dal fotografo Max Mandel.

La figura di Spotorno viene raccontata in tutta la sua complessità da Giovanni Gazzaneo: “Quando una vita diventa arte e l’arte diventa vita? In Guglielmo Spotorno vita e arte sono inscindibili”. Spotorno è un artista poliedrico,  la cui carriera è segnata da una continua ricerca, alimentata dal desiderio di andare oltre i confini del visibile e di scoprire il lato profondo della realtà, unendo la sua passione per la pittura a una riflessione filosofica che abbraccia tutto, dalla Genesi alla contemporaneità.

Il critico Stefano Zuffi approfondisce uno dei lavori più significativi di Spotorno, il dipinto Armonia e silenzio, che rappresenta, secondo l’artista stesso, “il mio dipinto più importante”. Zuffi lo descrive come una tela in cui l’artista ricerca una sintesi armonica tra forme celesti e colori, creando una composizione che miscela fantasia, impressione e realtà. Il cardinale José Tolentino de Mendonça sottolinea come molte delle opere di Spotorno evochino simboli di conflitto e inquietudine, come onde agitate, cieli oscuri e città desolate. L’artista, attraverso questi elementi, esplora le tensioni tra luce e oscurità, creando un dialogo tra il caos del mondo naturale e urbano e la speranza di redenzione, rappresentata da un uso vibrante del colore.

Flavia Motolese, invece mette in evidenza l’evoluzione stilistica di Spotorno, che negli anni si è avvicinato a una dimensione simbolica, intrecciando Surrealismo ed Espressionismo astratto. Le sue opere più recenti, in particolare le “Città umanizzate”, indagano le contraddizioni della società contemporanea, rappresentando paesaggi urbani come spazi di solitudine e alienazione, dove gli edifici sembrano parlare al posto degli abitanti.

A rendere ancora più interessante l’esposizione dedicata all’artista sono i luoghi che la ospitano e la loro storia. La Permanente, istituita nel 1883, nasce dalla fusione di due società milanesi: la Società per le Belle Arti (fondata nel 1844) e la Società per l’Esposizione Permanente di Belle Arti (fondata nel 1869). Nel 1883, l’unione dei due enti porta alla creazione della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, che diventa Ente Morale nel 1884. Due anni dopo, viene inaugurato il Palazzo della Permanente, progettato da Luca Beltrami, diventando un importante centro culturale di Milano. Nel corso dei decenni, la Permanente organizza numerose mostre di artisti italiani e internazionali, sia storiche che contemporanee. La sua attività si è estesa anche all’arte scultorea e grafica, mantenendo un ruolo fondamentale nella scena culturale di Milano.

L’esposizione alla Permanente permette di riscoprire un artista che ha saputo intrecciare l’arte alla vita, in un continuo confronto con la realtà e con la propria ricerca interiore.

Commenta con Facebook