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BRAFA compie 70 anni tra fossili, arazzi rinascimentali e dipinti museali

BRAFA 2025 - General view with Valkyrie Leonie by Joana Vasconcelos © Olivier Pirard © Atelier Joana Vasconcelos
BRAFA 2025 – General view with Valkyrie Leonie by Joana Vasconcelos © Olivier Pirard © Atelier Joana Vasconcelos

Dal 26 gennaio al 2 febbraio 2025, a Bruxelles Expo torna BRAFA, una delle fiere più antiche (è alla settantesima edizione) e importanti del panorama internazionale. Qui un viaggio nella sua eclettica proposta.

Nella mitologia norrena, la valchiria è un essere femminile che si occupa dei guerrieri caduti in battaglia, conducendoli al Valhalla o al Fólkvangr, le due destinazioni previste da Odino per chi perisce combattendo. Assorbite da suggestioni tematiche disparate, disperse le fattezze antropomorfe e ricorperte di tessuti luminosi, le Valchirie di Joana Vasconcelos si presentano a BRAFA 2025 come ospiti d’onore della settantesima edizione della fiera. E come guide speciali attraverso essa. Le installazioni, simili a creature globulari che si estendono come bulbi, poste al centro dei due padiglioni da 130 gallerie complessive, sembrano idealmente indicare la natura divergente, eterogenea di un evento che pone a poca distanza tra loro un fossile di ittiosauro e una natura morta di Claesz, una maschera africana e un pezzo di design del Novecento.

Inaugurata domenica 26 ed esposta fino al 2 febbraio, al primo anno di presidenza di Klaas Muller, eletto lo scorso giugno, BRAFA consolida la sua posizione tra i leader internazionali del settore con la consueta trasversalità della proposta, capace di spaziare tra epoche e generi, provenienze e finalità creative. Non è certo comune, per esempio, imbattersi in un Crocifisso ligneo del 1490, realizzato a Venezia e qui presentato da Mearini Fine Art. Eccezionalità tecnica e potenza espressiva dell’opera da attribuire a Michele Linder di Amburgo, che al tempo risiedeva nel quartiere lagunare dei Santi Marcuola e Fortunato.

Per rimanere in ambito veneziano, DYS44 Galleria Lampronti propone il Capriccio delle prigioni di San Marco del Canaletto. L’opera fu dipinta per il grande mecenate e agente dell’artista Joseph Consul Smith, come parte di una serie di tredici tele, presumibilmente destinate a decorare il Palazzo Mangilli-Valmarana, la casa di Smith sul Canal Grande proprio sopra il Ponte di Rialto. Nel 1762 Smith vendette la parte più pregiata della sua collezione al re Giorgio III d’Inghilterra, compreso questo dipinto.

BRAFA 2025 - Dei Bardi Art © Olivier Pirard
BRAFA 2025 – Dei Bardi Art © Olivier Pirard

Da qui all’arazzo fiammingo raffigurante Il martirio di Santa Barbara, realizzato a Bruges nel XVI, come indica del resto la tavola cromatica rossa e blu, che la distingue da altri centri di produzione tessile. A renderlo raro e prezioso, la scarsità di esemplari di questo tipo arrivati a noi. Così come la crudezza della scena, che raffigura un boia che brandisce una sciabola ricurva. Elementi, uniti alla finezza della trama, che portano Arte Dei Bardi, galleria che la presenta qui a Bruxelles, a valutare l’opera intorno ai 40 mila euro.

Supera il milione di euro la valutazione che Stone Gallery propone invece per il pezzo forte del suo stand. Quel fossile di ittiosauro a cui abbiamo accennato in apertura, chiamato Mutti, che presenta uno scheletro perfettamente articolato, con due embrioni ben visibili nel grembo, evidenza di una gravidanza che rende il reperto una sorta di gruppo scultoreo. Sulla scia della dinomania che imperversa in tutto il mondo – a luglio, Sotheby’s ha venduto un fossile di Stegosaurus per 45 milioni di dollari, il più prezioso mai passato all’asta – il fossile si candida come stella più luminosa della fiera.

Contesa da imbastire, con tutta probabilità, con The Village Lawyer’s Office di Pieter Brueghel il Giovane, presentato da De Jonckheere. Al centro della scena, uno dei pochi temi che il pittore non ha ereditato dal padre: un addetto alla riscossione delle tasse al lavoro. Riprodotta in circa 20 versioni, quasi tutte di piccolo formato, questa è invece di grandi dimensioni. Una versione analoga, nel 2023 è passata in asta da Drouot, a Parigi, per 780 mila euro. Ma l’invecchiamento era evidente, mentre il quadro offerto dalla galleria olandese è tirato a lucido. La richiesta? Oltre 2 milioni di euro. Un acquisto che non condurrà certo nel Valhalla, ma che garantirebbe al fortunato collezionista un quadro di qualità e status museale.

Stone Gallery, Fossile di ittiosauro
De Jonckheere, Pieter Brueghel il Giovane, The Village Lawyers Office

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