Il bello dell’arte sta nella capacità di “invadere” ogni aspetto del quotidiano, valicando ambiti e secoli con destrezza e armonia. Un concetto astratto che prende vita concreta in un gesto che sia, prima di tutto, intrinseco nel significato che veicola al pubblico. Un esempio? Il nuovo piatto fuori menù de I Carracci, il ristorante fine dining bolognese interno all’unico cinque stelle della città, il Grand Majestic Hotel già Baglioni.
La mano del giovane chef, classe 1992, Agostino Schettino ha dato vita al Mangiafagioli, un omaggio all’omonimo dipinto di Annibale Carracci, risalente alla fine del sedicesimo secolo.
A legare la cucina di Schettino e più in generale il ristorante stesso al pittore bolognese è più di un piatto: è una storia che si intreccia nei secoli. Dalle stanze del Grand Majestic Hotel, che nel Camerino D’Europa conservano un meraviglioso fregio affrescato dai fratelli Agostino e Annibale Carracci, all’immensa volta affrescata frutto dell’arte degli allievi della scuola carraccesca, Lorenzo Sabbatini e Giovanni Luigi Valesio.
Oggi, lo chef di origine campana ha aggiunto un nuovo tassello a questa fitta “trama a due”: una Tagliatella fagioli, cozze e plancton marino, una ricetta che profuma di tradizione mediterranea – tipica della cucina di Schettino – , ma che rimanda al tempo stesso ad una tematica “di casa”.
Il Mangiafagioli di Annibale Carracci infatti rivive in un piatto sì fine dining che conserva però quel tratto quotidiano di un pasto frugale mangiato da un uomo comune. Allo stesso modo, il dipinto del 1584-1585 affianca alla quotidianità una rivoluzione artistica di grande portata: si tratta infatti di uno dei primi esempi in Italia della cosiddetta pittura di genere, diffusa fino ad allora nella tradizione nordica dei pittori fiamminghi, rielaborata attraverso la sensibilità del pittore.
Questo piatto dimostra tutta la versatilità di Schettino. Executive di grande talento, il giovane chef ha già personalizzato l’offerta de I Carracci. Da una parte un menù alla carta che si rivolge ad un pubblico internazionale dai gusti ambiziosi, dall’altra un menù degustazione che riflette l’anima culinaria partenopea del nuovo executive chef del ristorante. E ora questo, il Mangiafagioli, rappresentazione concreta dell’abilità dello chef di riportare anche a tavola quella “bellezza della semplicità” che chiara si intravede in un dipinto con 500 anni di storia sulle spalle.