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DL “affonda cultura”: la lettera dell’ANGAMC

Lo stand dell'ANGAMC ad Arte Fiera 2019
Lo stand dell’ANGAMC ad Arte Fiera 2019
Giusto ieri, durante la conferenza stampa di miart, i vari relatori della fiera di Milano si erano pronunciati speranzosi nei confronti del Decreto Legge del 27 dicembre 2024 n. 201, che avrebbe dovuto contenere misure urgenti in fatto di cultura, tra cui il tanto sperato (da anni e anni) abbassamento dell’Iva, mettendo il mondo dell’arte italiano al pari con Francia e Germania. Amaramente, invece, nulla di fatto nemmeno stavolta, e il DL Cultura è pronto a passare la fiducia del Governo anche al Senato. Tra gli attori che in queste ore stanno cercando di far sentire la propria voce c’è l’ANGAMC, Associazione Italiana delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, di cui riportiamo la lettera aperta.

Roma, 3 febbraio 2025

Esprimiamo forte disappunto, per non dire sconcerto, per la mancata riduzione delle aliquote IVA sulle importazioni e le transazioni relative alle opere d’arte. Per il nostro settore questo è il colpo di grazia
Di fatto l’Italia uscirà dal mercato internazionale, perché non le sarà più concesso competere con i paesi europei. Oggi l’IVA ordinaria è al 22% a fronte di regimi fiscali estremamente più competitivi, come quello tedesco o francese, che hanno abbassato strategicamente e in maniera tempestiva le aliquote al 7 e al 5,5%, cogliendo l’opportunità consentita dalla direttiva (UE) 2022/542. L’effetto a cui assistiamo è il trasferimento di moltissime attività verso Paesi con regimi fiscali oggi molto più convenienti. Non possiamo ignorare le conseguenze che questo mancato allineamento produce su tutta la filiera dell’arte: artisti, accademie e centri di formazione, restauratori, artigiani, e il fondamentale comparto delle fiere.
Il Governo, inoltre, non modifica neanche il regime di circolazione dei beni artistici e di antiquariato. Mentre negli altri Paesi europei per l’uscita dei beni dal territorio nazionale si raggiunge come soglia di valore 300.000,00 €, in Italia esiste un’unica soglia di valore pari a 13.500 € applicabile a qualsiasi tipologia di beni, tranne quelli archeologici, di età superiore a 70 anni. Tutto ciò crea grave impedimento alla circolazione delle opere rendendo il mercato del nostro Paese sempre più complesso, farraginoso e quindi meno attrattivo, con la conseguente svalutazione dell’arte e degli artisti italiani nel mondo.
Da tempo attendevamo questi provvedimenti vitali per il nostro settore. Occorre dunque intervenire ora con la massima urgenza attraverso misure in grado di interrompere questa spirale che mette a rischio il comparto dell’arte e l’intero sistema culturale del Paese.

Lo comunicano, in una nota, ANGAMC e Gruppo Apollo – che rappresenta l’industria dell’arte in Italia e riunisce le principali case d’asta, antiquari, gallerie di arte moderna e contemporanea e imprese della logistica – in merito al mancato intervento normativo previsto dal Governo nel Dl Cultura.

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