
Con Donald Trump di nuovo alla guida, le turbolenze politiche e le manovre economiche promettono di scuotere anche il mercato dell’arte internazionale
Cosa ci riserva il futuro per il mondo dell’arte, ora che il Tycoon è tornato a sedersi sul suo “trono”? Con Donald Trump di nuovo alla guida degli States, le turbolenze politiche e le manovre economiche promettono di scuotere anche il mercato dell’arte internazionale, portando con sé nuove sfide e, forse, opportunità inaspettate. L’arte, che da sempre è influenzata da fattori esterni come la politica e l’economia, potrebbe trovarsi di fronte a scenari inediti, in cui il potere delle tariffe e delle decisioni commerciali riscriveranno le regole del gioco.
Gli esperti affermano che le nuove tasse proposte potrebbero aumentare significativamente i costi per le attività commerciali, mentre i porti franchi potrebbero beneficiarne. Poiché potrebbero fungere da punto di transito privilegiato per le opere d’arte. A pochi giorni dall’inizio del secondo mandato di Trump, la situazione appare dunque ancora incerta. La Casa Bianca ha recentemente ritrattato il congelamento totale delle sovvenzioni federali e dei programmi di finanziamento, ma i dazi sui prodotti provenienti da Messico, Canada e Cina sono destinati ad entrare in vigore. Anche se le ultime notizie parlano di ripensamenti e trattative.
Dazi alla Cina
Trump ha parlato di tariffe per talmente tanto tempo che ci si dovrebbe aspettare una maggiore chiarezza riguardo al loro impatto sul commercio dell’arte, ma la situazione rimane ambigua. Ecco cosa sappiamo finora. Prima del suo insediamento, il neopresidente aveva promesso l’imposizione di dazi del 25% su tutte le importazioni provenienti da Messico e Canada non appena fosse tornato alla Casa Bianca. Tuttavia, il candidato di Trump alla guida del Dipartimento del Commercio, Howard Lutnick, CEO di Wall Street, ha dichiarato che tali tariffe potrebbero essere evitate se entrambi i Paesi agiranno tempestivamente per fermare il traffico di fentanyl verso gli Stati Uniti.
Se i dazi sul Messico dovessero entrare in vigore, ciò potrebbe complicare notevolmente le operazioni di importazione e esportazione per le gallerie statunitensi dirette alla fiera Zona Maco, al via domani nella Capitale. Nonché per quelle che rappresentano artisti messicani. Raul Zorilla, direttore della galleria Kurimanzutto, con sedi a Città del Messico e New York, ha dichiarato che la galleria sta lavorando a stretto contatto con i propri consulenti per comprendere l’impatto delle tariffe sul futuro movimento delle opere d’arte provenienti dal Messico, soprattutto quelle destinate a New York.
Inoltre, Trump ha accennato all’intenzione di imporre tariffe generalizzate dal 10 al 60% sulla Cina, che si aggiungerebbero alla già esistente tassa del 7,5% sui dipinti importati dalla Cina. Una tassa che potrebbe arrivare fino al 20%, ed essere applicata anche ad altri partner commerciali, inclusi il Regno Unito e l’Unione Europea. Se queste tariffe si concretizzeranno, potrebbero alterare radicalmente le dinamiche del commercio d’arte internazionale.