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L’arte di Fernando Garbellotto in mostra a Bologna

100x70, 1998
Il mondo non è altro che una rete di interazioni. Un’infinita trama in cui si intrecciano e dissolvono connessioni profonde, vivide e pure. Ed è in questo dialogo, che trascende tempo e spazio, che si pone l’arte di Fernando Garbellotto, un artista che eleva la scienza a pura, artistica e intima poesia.

Una “poesia” che nella sua personale – ospitata da REVE ART Gallery di Bologna, dal titolo Respirare l’ombra è come toccare un corpo… , e visitabile dal 6 al 16 febbraio – diventa mezzo per riscoprire la bellezza del cosmo nella sua infinita, sorprendente e mirabile rete di connessioni.

La mostra, organizzata nell’ambito di ART CITY Bologna 2025 in occasione di ARTEFIERA, offre una sintesi cronologica della carriera di Garbellotto dal 1984 a oggi. Attraverso oltre quaranta opere, il percorso espositivo ripercorre le tappe fondamentali della sua produzione, articolandosi nei cicli più significativi – dai Frattali, Frattali d’aria, Frattali di terra (1989-2000) alle Reti frattali aeree, Reti frattali  e Reti frattali rizoma (2006-oggi).

Fernando Garbellotto, Rete Frattale, 2016 cm 120×80 (particolare)

Perché la ricerca di Garbellotto affonda sì le radici in un rapporto tra arte e scienza, ma soprattutto si fa portavoce di una fascinazione per il pensiero scientifico, sondato nei suoi meandri epistemologici e restituito in un linguaggio pittorico di rara suggestione.

Una riflessione, quest’ultima, che si fa cardine dell’intera poetica di Garbellotto, il quale – come un demiurgo contemporaneo – scompone la materia per cogliere il ritmo segreto che anima il cosmo. Ed è qui che la geometria frattale – scoperta nel 1975 da Benoît Mandelbrot – diviene per lui un alfabeto espressivo imprescindibile.

In un perpetuo gioco di rimandi e ripetizioni, l’artista intesse infatti una grammatica visiva che traduce il sapere scientifico in armonie cromatiche e strutturali, con un rigore che non cede mai alla freddezza della speculazione pura, ma anzi vibra di un lirismo profondo e stratificato.

Fernando Grabellotto, Frattale di terra (dettaglio), 1997, 130x100c cm

Garbellotto non si è mai lasciato “imprigionare” da un unico mezzo espressivo: la sua indagine si è declinata in molteplici tecniche, ciascuna capace di restituire una diversa sfumatura del suo universo interiore. Nei frattali d’aria, le forme leggere e traslucide descrivono il mondo etereo che circonda l’uomo, sovrapponendosi su fondi ora scuri, ora chiari, in una danza di trasparenze e monocromie. Nei frattali di terra, invece, la materia si fa più concreta, più radicata: l’artista lascia cadere sabbia asciutta su tele, creando trame organiche, geografie mutevoli di un microcosmo invisibile.

E nel tumulto dell’epoca contemporanea – segnata da crisi globali e incertezze esistenziali – l’arte di Garbellotto si pone come un faro di riflessione; egli invita lo spettatore a riscoprire la scienza non come arida speculazione, ma come strumento per comprendere l’esistenza. 

Un paradigma che si estende oltre il dominio dell’arte, suggerendo una lettura del mondo come un intreccio di relazioni profonde. Un tessuto vivente che unisce l’uomo alla natura, la logica all’emozione, il pensiero al gesto. In questo senso, il lavoro di Garbellotto non è solo un’operazione estetica, ma una filosofia visiva. Un invito a riscoprire la bellezza del cosmo nella sua infinita, sorprendente rete di connessioni.

 

Respirare l’ombra è come toccare un corpo…
Mostra personale di Fernando Garbellotto
6 febbraio –  16 febbraio 2025
REVE ART Gallery, Bologna

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