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Uniti nella cultura. (Ri)nasce a Roma la Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni

Lo studio di Giosetta Fioroni, foto Dino Ignani, courtesy Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni Lo studio di Giosetta Fioroni, foto Dino Ignani, courtesy Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni
Lo studio di Giosetta Fioroni, foto Dino Ignani, courtesy Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni
Lo studio di Giosetta Fioroni, foto Dino Ignani, courtesy Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni

La Fondazione presenta le proprie attività e la sede operativa, nello studio di Giosetta Fioroni a Roma

Tutelare la personalità intellettuale e artistica del mio compagno di vita. E allo stesso tempo unire i nostri percorsi lavorativi in un sodalizio virtuoso all’insegna dell’organicità e della valorizzazione”. La storia dell’arte è ricca di “coppie” che hanno intrecciati i propri percorsi sul piano creativo e spirituale, oltre che personale. Da Robert e Sonia Delaunay, a quella forse più popolare, Diego Rivera e Frida Kahlo. Anche l’Italia partecipa alla fattispecie, e ora una celebre coppia arriva sotto i riflettori con la creazione di una Fondazione: quella dedicata allo scrittore e saggista Goffredo Parise e all’artista Giosetta Fioroni.

Due assoluti protagonisti della cultura italiana del dopoguerra: Parise (Vicenza 1929 – Treviso 1986) talento precocissimo, fin dal romanzo d’esordio, Il ragazzo morto e le comete (1951). Autore di sceneggiature e di testi teatrali, pubblicò diversi libri legati al suo lavoro di inviato per il Corriere della sera: Cara Cina (1966); Guerre politiche. Vietnam, Biafra, Laos, Cile (1976); L’eleganza è frigida (1982). Giosetta Fioroni (Roma 1932), formatasi a Roma nell’orbita di Cy Twombly, poi animatrice della stagione pop con Mario Ceroli, Tano Festa e Mario Schifano. Ha sperimentato le tecniche del collage e della fotografia. Celebri le serie di scatole-assemblages, teatrini e acquarelli in cui ricorrono forme semplici, come stelle, fiori, cuori. Nel 1993 ha presentato una mostra personale alla Biennale di Venezia.

 

Giosetta Fioroni nello studio, 2023, foto Dino Ignani, courtesy Fondaziojne Goffredo Parise e Giosetta Fioroni
Giosetta Fioroni nello studio, 2023, foto Dino Ignani, courtesy Fondaziojne Goffredo Parise e Giosetta Fioroni

Per la precisione la Fondazione è nata nel 2018, ma ora presenta ufficialmente le proprie attività e soprattutto una sede operativa. Ubicata nello studio di Giosetta Fioroni, in via di San Francesco di Sales 66 a Roma. Con la mission “di far sì che l’insieme delle opere dei due autori e il loro apporto alla cultura nazionale e internazionale sia tutelato, salvaguardato, conservato, valorizzato e promosso nel miglior modo possibile”. Il Consiglio d’Amministrazione, di cui Presidente Onorario è Giosetta Fioroni stessa, e presieduto da Davide Servadei, mentre la Fondazione è diretta da Giulia Lotti. A lei abbiamo chiesto di illustrare scopi e progetti del rinnovato organismo…

La Fondazione è nata nel 2018, ma oggi si presenta quasi come un nuovo soggetto. Cosa è cambiato da allora?
La fondazione è stata istituita nel 2018, ma solo attraverso un lungo e meticoloso processo di pianificazione strategica, organizzazione della struttura, configurazione degli spazi e formazione del personale è stato possibile raggiungere l’efficienza operativa necessaria per attivare, in modo ottimale, il pieno potenziale delle sue attività, il cui avvio concreto e totalmente funzionale avviene appunto ora.

Ancora oggi, e fin dal nome della Fondazione, Giosetta Fioroni sembra dare priorità alla figura del compagno di vita, Goffredo Parise, rispetto alla sua. Come prevedete di gestire questa unità/dualità nelle vostre attività?
La fondazione, infatti, nasce innanzitutto dalla ferma volontà di Giosetta Fioroni di tutelare e valorizzare l’opera del suo compagno di vita, a testimonianza di un legame che, nonostante il trascorrere degli anni, resta straordinariamente solido e indissolubile. Tale desiderio di preservare la memoria e il lavoro di Goffredo Parise si riflette nella missione della fondazione che rispetta e celebra questa dualità. In particolare, tenendo naturalmente conto delle differenti tipologie di produzioni, gli specialisti coinvolti contribuiscono con le loro competenze complementari e mirate. Per quanto concerne Parise, è importante ricordare che una parte del fondo archivistico è custodito presso la casa museo di Ponte di Piave, dove, in armonia con la visione di una reciproca compenetrazione artistica, sono conservate anche alcune opere di Giosetta Fioroni, a ulteriore testimonianza della convivenza e della collaborazione profonda della coppia.

 

Parise e Fioroni, una vita insieme, foto Dino Ignani, courtesy Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni
Parise e Fioroni, una vita insieme, foto Dino Ignani, courtesy Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni

La Fondazione si presenta con una duplice veste: eminentemente culturale, ma anche operativa, legata all’archiviazione e autenticazione delle opere dell’artista. In che termini farete convivere le due anime?
Per noi, la Fondazione rappresenta un’unica entità, pur se declinata in diverse dimensioni, ognuna delle quali riveste un’importanza fondamentale. La componente culturale e quella operativa non sono distinte, ma si integrano e si alimentano reciprocamente, in quanto entrambe contribuiscono a realizzare la missione complessiva della Fondazione. Il lavoro legato all’archiviazione e all’autenticazione delle opere dell’artista è strettamente connesso alla dimensione culturale, poiché preserva e valorizza l’opera stessa, mentre le attività culturali sono essenziali per dare visibilità e rendere viva la memoria artistica. Scorgiamo l’operatività e la produttività in tutte le nostre attività, anche in termini di continuo aggiornamento, dinamismo e adattamento alle necessità del contesto, poiché crediamo che la gestione di un patrimonio culturale richieda costante impegno ed evoluzione.

Nei vostri programmi c’è anche un ruolo culturale “attivo”, con l’organizzazione di eventi e iniziative culturali, oltre a borse di studio e premi. Come sarà strutturato questo comparto?
Nel nostro programma, il ruolo culturale “attivo” sarà improntato ad una forte collaborazione con altri istituti e fondazioni, con l’obiettivo di creare una rete virtuosa di scambio e comunicazione tra entità artistiche eterogenee. L’intento è quello di sviluppare nella sede operativa della fondazione un polo culturale che diventi cuore pulsante di un’attività dinamica. Un punto di riferimento non solo per la città di Roma, ma anche per un pubblico più ampio. Le attività e gli eventi che organizzeremo saranno comunicati e promossi attraverso i nostri canali ufficiali per garantire visibilità e coinvolgere attivamente le persone interessate.

 

Lo studio di Giosetta Fioroni, foto Dino  Ignani, courtesy Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni
Lo studio di Giosetta Fioroni, foto Dino Ignani, courtesy Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni

Dopo la presentazione, quali saranno i vostri primi passi?
In realtà i primi passi sono già stati compiuti dalla Fondazione, siamo già in cammino. Ad esempio, abbiamo già avviato le procedure di archiviazione e autenticazione fondamentali per la realizzazione del Catalogo Generale. E abbiamo iniziato a stabilire importanti collaborazioni con altri enti. La presentazione del 24 febbraio, quindi, non segna l’inizio di un percorso, ma è piuttosto un’opportunità per condividere e raccontare l’avvio di queste attività. Ciò che ci aspettiamo dopo l’evento è soprattutto l’avvento di stimoli e input esterni che possano dar vita a nuove prospettive e favorire la nascita di dialoghi in grado di ampliare ulteriormente il nostro progetto.

Lei personalmente ha una grande esperienza in materia di archivi. Qual è lo stato di salute di questa istituzione in Italia? Se potesse, quali miglioramenti suggerimenti?
Gli archivi artistici in Italia sono una risorsa preziosissima, ma presentano diverse sfide. Le strutture di conservazione spesso sono inadeguate, di difficile fruibilità, e le risorse per la gestione e la digitalizzazione sono limitate. Inoltre, esiste una frammentazione nella gestione degli archivi, tra istituzioni pubbliche e private, che rende critico l’accesso centralizzato alle informazioni. Considerando proprio queste difficoltà, abbiamo ritenuto importante fare in modo che le risorse e le opportunità offerte dalla Fondazione siano facilmente accessibili e fruibili da chiunque ne abbia la volontà.

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