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Refik Anadol a Bilbao. Arte digitale, ma organica e umanizzata IMMAGINI E VIDEO

Refik Anadol, Guggenheim Museum, Bilbao Refik Anadol, Guggenheim Museum, Bilbao
Refik Anadol, Guggenheim Museum, Bilbao
Refik Anadol, Guggenheim Museum, Bilbao

Al Museo Guggenheim di Bilbao Anadol presenta un’installazione intitolata Architettura viva: Gehry, dove reinventa i progetti architettonici di Frank Gehry

La sua opera affronta le sfide e le possibilità dell’onnipresente informatica ed esplora cosa significhi essere umani nell’era dell’intelligenza artificiale”. Queste poche parole tratte dalla presentazione introducono con efficacia i caratteri speciali dell’opera dell’artista turco Refik Anadol. Perché la vera sfida dell’arte “tecnologica” è proprio questa: liberarsi della rigidità e del distacco dell’artificiale, e cercare di entrare nelle corde sensibili della percezione umana. Lo aveva fatto con successo il coreano Yunchul Kim nel Padiglione nazionale alla Biennale arte di Venezia 2022. Ci riesce da sempre questo artista ormai di stanza a Los Angeles.

 

 

Al Museo Guggenheim di Bilbao Anadol presenta un’installazione intitolata Architettura viva: Gehry, dove reinventa le immagini e il materiale d’archivio relativo ai progetti architettonici di Frank Gehry. Per trasformarli in racconti visivi dinamici, attraverso forme generate mediante l’intelligenza artificiale. Un’unica grandissima e avvolgente costruzione visuale e sonora, che sintetizza i dati processati per generare composizioni in permanente evoluzione. Opere che non sono statiche, ma in continua trasformazione. Noi l’abbiamo vista in anteprima, ecco qualche immagine e video…

 

Refik Anadol, Guggenheim Museum, Bilbao
Refik Anadol, Guggenheim Museum, Bilbao

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