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Carrying a Cloud: Gabriele Picco a Firenze

Gabriele Picco, Nuvola

L’hotel in Vicolo dell’Oro torna a “parlare” di arte contemporanea con un nuovo progetto, firmato dall’artista Gabriele Picco

Nel cuore del capoluogo fiorentino, al numero 5 di Vicolo dell’oro, gli spazi del Gallery Hotel Art ospitano (per la prima volta) l’artista bresciano Gabriele Picco con la mostra “Carrying a Cloud”, a cura di Valentina Ciarallo. Lungarno Collection, realtà alberghiera fondata nel 1995, guidata da Leonardo Ferragamo, torna a “parlare” e nutrirsi di arte con questo evento che arricchisce la sua rosa di collaborazioni. In particolare, il Gallery Hotel Art di Vicolo dell’Oro 5 che, fin dal 2000 promuove il dialogo creativo tra arte contemporanea, i fiorentini e gli spazi dell’albergo abitati dai suoi ospiti internazionali promette anche questa volta un’esperienza unica.

Ma chi è Gabriele Picco? Nato a Brescia nel 1974 e laureato in Storia dell’arte, è un artista visivo e scrittore che ha esposto in Italia e all’estero, partecipando a importanti eventi internazionali come la Biennale di Tirana e la Biennale di Praga. Ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio New York e il Premio Michetti 2000, ed è stato selezionato per l’ISCP program di New York.  Picco ha inoltre esposto in gallerie e musei nazionali e internazionali e, nel 2024, ha disegnato per Seletti una lampada da tavolo ispirata alla sua scultura “Nuvola”, trasformando l’iconica Fiat 500 in un oggetto di design.

Nel suo versatile percorso artistico esplora i rapporti ossimorici tra temi universali come la vita e la morte, il sogno e la realtà, soffermandosi sulle contraddizioni dell’uomo e della società contemporanea. Uno dei soggetti più ricorrenti nelle sue opere è quello delle nuvole, tema iconografico da sempre presente nella storia dell’arte, sin dalle rappresentazioni trecentesche di Giotto, in cui le nuvole assumono una valenza simbolica e narrativa, per arrivare alle visioni oniriche e surreali di René Magritte nel Novecento.

Picco le reinventa, sottolineandone l’intrinseca contraddizione e ambiguità: entità sospese tra il concreto e l’effimero, tra il reale e l’immaginario, in un costante rimando alla dimensione artistica pasoliniana evocata nel cortometraggio del 1967 Che cosa sono le nuvole?, a cui l’artista fa spesso riferimento. Le nuvole, intese come allegorie della vita, assumono quella dimensione poetica e surreale che l’artista traduce in schizzi, disegni, sculture e scrittura.

Una delle opere più iconiche della mostra è Nuvola, dove Picco associa le nuvole al modello storico dell’automobile Fiat 500, un’icona senza tempo. L’auto del popolo, accessibile a tutti, che ha incarnato un’epoca e uno stile di vita, si trasforma in una scultura gigante. Una Fiat 500 modello D del 1964, color crema, trasporta sul portapacchi, al posto delle valigie, una nuvola dalle dimensioni irreali. Nuvola rievoca un’Italia nostalgica, speranzosa, fatta di sogni collettivi. Un immaginario che appartiene al passato, ma non troppo lontano. Le nuvole, come racconta l’artista, sono forse tra le prime immagini che impariamo a disegnare da bambini, insieme alle casette e al sole. Richiamano quella dimensione di leggerezza e spensieratezza che accompagna l’infanzia e che l’arte è in grado di restituire allo sguardo adulto.

Gabriele Picco, Nuvola

Tra le tante varianti pittoriche, emerge la serie inedita dei Cieli bucati. Qui, le nuvole si stagliano in orizzonti che mutano dalle tonalità del rosa, azzurro, viola dell’alba, al rosso fuoco del tramonto, vibrando sotto il passaggio della luce, come nei dipinti en plein air di Monet. La tela, bucata e picchiettata, supera il limite dello spazio pittorico, aprendosi a nuove dimensioni. Un piccolo volatile si posa sulla cornice, di vecchia manifattura recuperata dall’artista, creando un collegamento tra passato e presente. La serie dei “Cieli bucati” è un rimando sia alle costellazioni dei “buchi” di Lucio Fontana, sia al romanzo dello stesso Gabriele Picco Cosa ti cade dagli occhi (2010).

Picco suggerisce che le nuvole, secondo la sua visione, non si limitano a fluttuare ma devono anche essere ammaestrate. Ecco allora emergere la figura dell'”ammaestratore di nuvole”, un personaggio curioso protagonista del “teatro della vita” che viviamo tutti i giorni. Come un direttore d’orchestra con cilindro in testa, dirige una sinfonia di sogni tra le nuvole per comporre un’armonia eterea. In particolare, in Dipingi la tua vita sempre in una dimensione surreale, appare un buffo omino, anch’esso uscito da un teatrino dell’assurdo.

In esposizione anche lavori meno recenti come Trasportatori di arcobaleno e Lo scalatore di carote (2017), per la prima volta esposti. In questo immaginario, una bellezza impalpabile, come quella degli arcobaleni, diviene terrena: due piccoli uomini scelgono il proprio luogo dove posizionare il ponte di colore. Che sia un antidoto alla noia? Oppure la voglia di guardare il mondo con stupore, scalando una carota gigante?

L’esposizione si arricchisce anche da una serie di disegni ironici ispirati alla cultura popolare dei cartoon, creati appositamente per l’occasione, trasformandosi in uno spazio di riflessione sul senso di eternità, esplorando quella dimensione a noi non accessibile, che diventa metafora per identificare il vissuto di ogni individuo. “Carrying a Cloud” diventa un viaggio dentro l’immaginario di Gabriele Picco, dove ogni opera invita lo spettatore a riflettere sul mondo che ci circonda cogliendo l’essenza della bellezza effimera e surreale che caratterizza l’opera dell’artista.

La mostra è aperta al pubblico fino a ottobre.

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