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Il caso “America” di Maurizio Cattelan: condannati i tre responsabili

(A sinistra) «America» di Maurizio Cattelan (2016) quando era installata nei bagni delle guide di Blenheim Palace. (A destra) dopo il furto dell’opera. Da sinistra: © Tom Lindoe. A destra © Matthew Landrus
A sinistra, America di Maurizio Cattelan (2016) quando era installata nei bagni delle guide di Blenheim Palace. A destra, dopo il furto dell’opera. Da sinistra: © Tom Lindoe. A destra © Matthew Landrus
Dopo quasi sei anni di indagini, tre uomini sono stati condannati per il furto del celebre water d’oro da 18 carati dell’artista Maurizio Cattelan, rubato nel settembre 2019 dal Blenheim Palace, nell’Oxfordshire.

Il 18 marzo 2025, la Crown Court di Oxford ha emesso i verdetti dopo un processo durato tre settimane: Michael Jones, 39 anni – Colpevole di furto con scasso; Fred Doe, 36 anni – Colpevole di cospirazione per convertire o trasferire beni criminali; Bora Guccuk, 41 anni – Assolto dall’accusa di riciclaggio.

Un quarto uomo, James Sheen, 40 anni, si era già dichiarato colpevole a inizio 2024 di furto con scasso, cospirazione e trasferimento di beni criminali. Considerato il comun denominatore della banda, Sheen è stato incastrato da prove schiaccianti: il suo DNA sulla scena del crimine e frammenti d’oro sui suoi vestiti.

Secondo i procuratori, il piano è stato orchestrato nei minimi dettagli: Jones ha effettuato sopralluoghi nelle settimane precedenti, scattando foto della villa e individuando il punto d’accesso; i ladri sono entrati sfondando i cancelli con due veicoli rubati, utilizzando mazze per forzare la serratura della stanza che ospitava il water; un video di sorveglianza mostra uomini vestiti di nero trasportare parti dell’opera fino a un’auto blu, per poi fuggire a tutta velocità.

Dopo il colpo, il gruppo ha usato messaggi in codice per vendere l’oro, con cifre che si aggiravano attorno alle £26.500 al chilo. “Questo furto è stato un raid audace, meticolosamente pianificato, ma gli autori hanno lasciato una scia di prove” ha dichiarato Shan Saunders, del Crown Prosecution Service.

Gli investigatori hanno seguito diverse piste, analizzando video di sorveglianza, dati telefonici e prove forensi. La svolta è arrivata con la perquisizione della casa di Sheen, dove sono stati trovati centinaia di frammenti d’oro nei suoi vestiti, riconducibili all’opera d’arte di Cattelan.

Sebbene il water d’oro non sia mai stato ritrovato, gli investigatori ritengono che questa condanna abbia contribuito a smantellare una rete più ampia di criminalità e riciclaggio.

Il caso rimane dunque uno dei furti d’arte più eclatanti degli ultimi anni. Il destino di “America” è ormai segnato, ma il mistero attorno alla sua fine continuerà ad affascinare il mondo.

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