
L’arte come autoespressione. Ma anche come indagine sociale e intellettuale. Questa è il nucleo centrale della mostra “Holding Still, Holding On”organizzata dal Carnegie Mellon University (CMU) in collaborazione con l’Andy Warhol Museum, in cui cinque giovani artisti dell’ultimo anno accademico “raccontano sé stessi e la collettività che ci circonda”.
È il 1949, quando Andy Warhol si laurea alla (CMU), allora nota come Carnegie Institute of Technology, per poi creare, poco più tardi, quelle opere che l’anno consacrato a Padre della Pop.
Ed è proprio 75 anni dopo che la CMU collabora per la prima volta con l’Andy Warhol Museum per dare visibilità alla nuova generazione di 5 studenti artisti laureati – Frankmarlin, Izsys Archer, Tingting Cheng, Chantal Feitosa-Desouza e Max Tristan Watkins.
“Holding Still, Holding On” è il titolo della mostra che – con una vasta gamma di medium, dall’assemblaggio e la pittura alla fotografia e al cinema – si focalizza sui temi della memoria, del luogo e dell’ “appartenenza”. Attingendo sia alle storie personali che a quelle condivise, le diverse prospettive sono collegate dall’uso della narrazione, portando in ultima analisi alla ribalta elementi di narrazione che fungono da portali verso dialoghi più ampi sulla società e la cultura.

“L’eredità di Andy Warhol come ex studente e artista rivoluzionario è una profonda fonte di orgoglio per la School of Art”, ha affermato Charlie White, preside della scuola and Marlin Miller e professore di arte alla CMU. “È un immenso onore collaborare con l’Andy Warhol Museum per questa mostra e mettere in mostra il talento e la visione creativa dei nostri studenti MFA in uno spazio dedicato a uno dei nostri ex studenti più celebrati”
Come ultima classe del programma MFA della School of Art della CMU – riconosciuto come una delle principali scuole di specializzazione – la mostra offre anche uno sguardo all’etica dell’istituzione che è incentrata su un approccio interdisciplinare, sperimentale e basato sulla ricerca. Con una visione fondamentale dell’arte e della creazione artistica come forma vitale sia di autoespressione che di indagine sociale e intellettuale, l’intersezionalità di “Holding Still, Holding On” riflette l’impegno degli artisti e del programma nell’affermare e sviluppare il ruolo dell’artista oggi.