
Visita al SAC di Robecchetto con Induno, lo Spazio Arte Contemporanea della Famiglia Candiani: una storia di produttori di idee su come fare comunità attraverso la cultura visiva
Nel 2019 nasce SAC – Spazio Arte Contemporanea a Robecchetto con Induno (MI), in un ex capannone industriale del 1938 dove si produceva denim, tessuto simbolo della rivoluzione giovanile che si è diffuso tra gli anni ’50 e ’60 tra Europa e Stati Uniti: chi non ricorda il mitico Marlon Brando nel film Il Selvaggio del 1953, il motociclista ribelle avvolto in jeans e giubbotto di pelle?
Nicoletta Candiani ha ereditato il capannone industriale dal bisnonno Luigi Candiani, che avviò l’attività tessile nel secolo scorso, portando lavoro a pochi chilometri da Milano dove nel tempo si è sviluppata una comunità. A questo imprenditore filantropo è dedicato un premio aperto a giovani fino a 34 anni e uno per artisti affermati over 35. Il bando di quest’anno ha come tema “Radici”, per evidenziare il legame territoriale e familiare in questo luogo che ha generato scambi internazionali grazie alla produzione di Candiani Denim.
Lo spazio SAC, ricavato dall’ex capannone attraverso un restauro conservativo che ha mantenuto le strutture originali in cemento armato e mattoni a vista, ospita 19 artisti diversi per età, provenienza, formazione e linguaggi. Questi artisti, che hanno esposto nella galleria Maelström di via Ciovasso 17 a Milano di Luca Poli (prematuramente scomparso nel 2017), rendono omaggio al gallerista brillante e attivo nel panorama dell’arte contemporanea. La mostra “Poli”, a cura di Nicoletta Candiani, Fabio Presti e Pietro Salvatore, comprende opere precedentemente esposte alla galleria milanese, restituendo nuova energia a lavori già visti attraverso un intreccio di generi, linguaggi e sperimentazioni formali e cromatiche in bilico tra astrazione e figurazione.

Luca Poli, insieme a Rita Marziani, dal 2010 al 2017 aveva avviato una galleria incentrata sulla promozione degli artisti in contesti pubblici e privati, offrendo dal 2012 anche servizi di Art Advisory. La sua missione era sostenere gli artisti emergenti e creare opportunità, obiettivo che condivide oggi SAC attraverso il concorso annuale, mostre di nuovi talenti che spaziano dalla scultura alla fotografia, pittura, video e grafica, oltre a laboratori di formazione nelle arti applicate. L’obiettivo è trasformare un luogo che non aveva tradizione artistica in uno spazio comunitario aperto alla produzione non più di tessuti ma di idee e opportunità per condividere nuove esperienze di conoscenza e cultura.
“Non decidiamo in quale famiglia e comunità nascere – ha commentato Nicoletta Candiani durante l’inaugurazione – ma esse assumono un ruolo fondamentale nel nostro percorso personale. Ci sentiamo davvero a casa solo dove affondano le nostre radici, e le mie sono lunghe quanto lo scorrere di quattro generazioni, indissolubilmente legate a Robecchetto. Non potevo scegliere una realtà diversa per il mio progetto”.
In mostra opere di Andrea Cereda, Alice Olimpia Attanasio, Guido Airoldi, Nicola Bertellotti, Tommaso Fiscaletti, Sara Giannantempo, Francesco Minucci, Vincenzo Todaro, Ilaria Del Monte, Matteo Nannini, Gaia Lionello, Fabio Presti, Tina Sgrò, Armando Fettolini, Omar Canzi, Elena Del Fabbro, Erica Campanella, Willow e Arianna Piazza. I lavori affrontano temi contemporanei come la crisi ambientale, gli effetti dell’Antropocene, i paesaggi urbani, la memoria e la ricerca di un’identità ibrida tra organico e virtuale in un mondo in costante cambiamento. Ogni opera offre una riflessione soggettiva sul nostro presente confuso, cercando di coinvolgere anche chi nel territorio si mostra diffidente verso l’arte contemporanea.

Al SAC, passione, intuizione e coraggio diventano strumenti per avvicinare il pubblico a un’arte che molti ancora considerano difficile. Le opere esposte raccontano crisi, conflitti e dibattiti su cosa debba essere l’arte e la società, con un approccio poetico e leggero ma non superficiale. Il tema centrale della collettiva è l’eredità dell’arte modernista nella postmodernità: si riflette sul rapporto tra pittura e arte concettuale, sull’evoluzione della scultura post-poverista, sull’influenza del surrealismo e dell’espressionismo, sul dialogo tra fotografia e pittura, e sulla vita digitale post-organica. Per quanto riguarda la grafica, emerge la connessione tra fumetto, design e codici visivi neo-pop che ritroviamo nei murales di molti quartieri periferici in Italia e all’estero.
Perché visitare il SAC? Tra le molte risposte possibili, una è certamente questa: qui l’arte contemporanea assume un ruolo di estetica sociale e rigenerazione comunitaria.