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Ruffo Caselli a Genova: l’esistenzialista cibernetico, tra visioni digitali e distopie del presente

Ruffo Caselli, Hero Ruffo Caselli, Hero
Ruffo Caselli, Hero
Ruffo Caselli, Hero

C’è chi ha immaginato il futuro e chi lo ha disegnato, dipinto, anticipato. Ruffo Caselli appartiene a questa seconda categoria

Artista visionario, sperimentatore, outsider di lusso nel panorama artistico contemporaneo, Caselli è oggetto e soggetto di una retrospettiva a Genova che ripercorre la sua produzione tra tecnologia, arte e società.

L’esposizione, allestita nello Spazio Aperto di Santa Margherita Ligure, fino al 12 aprile 2025 celebra il percorso di un artista che, a partire dagli anni ’60, ha sviluppato un linguaggio pittorico capace di fondere sensibilità umana e intelligenza artificiale prima ancora che quest’ultima diventasse un tema di dibattito globale. Con le sue figure essenziali, tracciate in segni netti e geometrici, ha raccontato un’umanità trasformata dalla tecnologia, sospesa tra esistenza fisica e virtuale.

L’artista che ha previsto l’intelligenza artificiale

Ruffo Caselli non ha seguito le mode, le ha anticipate. Nato nel 1932 e formatosi a Milano, ha sempre sperimentato nuove forme espressive per riflettere sul rapporto tra uomo e macchina. Molti suoi lavori, realizzati tra gli anni ‘70 e ‘90, sembrano quasi premonizioni di un mondo in cui l’identità umana è filtrata da codici, algoritmi e reti digitali.

Le sue “facce digitali”, ridotte a linee e numeri, ricordano in modo impressionante le attuali rappresentazioni biometriche, i sistemi di riconoscimento facciale e persino l’estetica glitch che oggi permea l’arte digitale. In un’epoca in cui internet non esisteva e i computer erano strumenti elitari, Caselli disegnava già una società iperconnessa, fatta di profili elettronici e relazioni mediate dalla tecnologia.

Non a caso, nel 1988 il suo lavoro viene esposto alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, a conferma della sua posizione di artista “di frontiera”, capace di anticipare questioni che oggi sono più che mai attuali.

 

Ruffo Caselli, Genova 3000
Ruffo Caselli, Genova 3000

Un’eredità da riscoprire

La mostra genovese rappresenta un’occasione unica per immergersi nell’universo di Caselli, spesso sottovalutato rispetto ai grandi nomi dell’arte tecnologica. In un momento storico in cui l’intelligenza artificiale ridisegna il nostro rapporto con la creatività, i suoi lavori assumono un valore quasi profetico.

Caselli ci ha lasciato nel 2020, ma la sua arte continua a parlare. E lo fa con un linguaggio che oggi possiamo finalmente comprendere appieno. Il suo mondo di volti digitali, cifre e geometrie essenziali è lo stesso in cui viviamo ora, popolato da avatar, algoritmi e identità virtuali. Forse non siamo stati noi a raggiungere il futuro. Forse è Ruffo Caselli che ci aveva già portati lì, decenni fa.

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There are those who have imagined the future and those who have drawn it, painted it, anticipated it. Ruffo Caselli belongs to this second category. A visionary artist, experimenter, luxury outsider in the contemporary art scene, Caselli is the subject and object of a retrospective in Genoa that traces his production between technology, art and society.

The exhibition, staged in the Spazio Aperto in Santa Margherita Ligure, until April 12, 2025, celebrates the journey of an artist who, starting in the 1960s, developed a pictorial language capable of merging human sensitivity with artificial intelligence—long before AI became a global topic of discussion. With his essential figures, outlined in sharp geometric lines, he depicted a humanity transformed by technology, suspended between physical and virtual existence.

The Artist Who Predicted Artificial Intelligence

Ruffo Caselli did not follow trends—he anticipated them. Born in 1932 and trained in Milan, he was always experimenting with new expressive forms to explore the relationship between humans and machines. Many of his works, created between the 1970s and 1990s, seem like premonitions of a world where human identity is filtered through codes, algorithms, and digital networks.

His “digital faces,” reduced to lines and numbers, bear a striking resemblance to today’s biometric representations, facial recognition systems, and even the glitch aesthetics that permeate contemporary digital art. In an era when the internet did not exist and computers were elite tools, Caselli was already envisioning a hyper-connected society, composed of electronic profiles and relationships mediated by technology.

 

Ruffo Caselli, Genova 3000
Ruffo Caselli, Genova 3000

It is no coincidence that in 1988, his work was exhibited at the Peggy Guggenheim Collection in Venice, affirming his status as a “frontier” artist, able to foresee issues that are more relevant than ever today.

A Legacy to Rediscover

The Genoa exhibition presents a unique opportunity to immerse oneself in Caselli’s universe, often underrated compared to the major names in technological art. At a time when artificial intelligence is redefining our relationship with creativity, his works take on an almost prophetic significance.

Caselli passed away in 2020, but his art continues to speak. And it does so in a language that we can now fully understand. His world of digital faces, numbers, and essential geometries is the same one we inhabit today—populated by avatars, algorithms, and virtual identities.

Perhaps we haven’t reached the future on our own. Perhaps Ruffo Caselli took us there decades ago.

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