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Islands riempie il Teatro della Tosse in nome di Carolyn Carlson

Coreografia Carolyn Carlson, interprete Tero Saarinen. Foto di Luigi Gasparroni

Carolyn Carlson è indubbiamente una delle figure principali della nascita della danza contemporanea francese (arrivò dall’America a Parigi nel 1971)

A 82 anni era difficile sperare nella presenza di Carolyn Carlson a Genova in occasione dello spettacolo che porta la sua firma, Islans, presentato al Teatro alla Tosse sabato 5 aprile. Ma non possiamo dimenticarci di quando ci fece dono di sé danzando dal 14 al 18 aprile 1982 sul palco dell’Alcione. Presentava Underwood, produzione del teatro Danza La Fenice che metteva in scena gli elementi essenziali legati al ciclo della vita. Una narrazione in cui  ritornano i pensieri dell’infanzia, ma anche quell’arco di tempo adolescenziale americano in cui il candore e la spensieratezza fanno cenno e traggono spunto dalle proprie radici.

Per quell’evento straordinario si devono ringraziare la Giovine Orchestra Genovese e il Teatro della Tosse che dettero l’opportunità al pubblico genovese di ammirare il lavoro della grande coreografa americana. Del resto la Carlson è indubbiamente una delle figure principali della nascita della danza contemporanea francese (arrivò dall’America a Parigi nel 1971) creando coreografie per prestigiosi teatri quali l’Opéra de Paris, il Théâtre de la Ville e il Festival d’Avignon che ottennero sempre grande successo. 

Tre brevi coreografie

La rassegna di danza contemporanea “RECX Origini- Resistere e Creare”, attualmente diretta da Linda Kapetanea e Jozef Fruceck con Marina Petrillo, che quest’anno sta celebrando il decimo anniversario, ha voluto inserire nel suo programma la presenza della Compagnia della Carlson portando appunto sul palco del Teatro alla Tosse Islands, spettacolo composto da tre brevi coreografie, tre assoli ispirati dagli elementi della natura e dai comportamenti umani.

 

 

La serata si è aperta con The seventh Man, un assolo di Riccardo Meneghini che sull’esempio di questa cifra altamente simbolica, evoca le piccole morti e le rinascite con le quali ogni essere umano si confronta durante la sua vita. Il danzatore infatti veste e sveste sette camice che simboleggiano i vari passaggi da uno stato all’altro del suo essere e forse anche quello comune a tutti gli essere umani durante il loro percorso di vita. Il brano non manca di idee, ma è troppo lungo (30 minuti) per essere un assolo che non fa che ripetersi nei movimenti e nei concetti.

Il secondo brano,  A deal with instinct, è una creazione del 2023 che arriva a Genova in prima nazionale, e vede protagonista Yutaka Nakata, danzatore giapponese che collabora con la Carlson da oltre 15 anni. Ricordiamo che Nakata  fu ospite del Festival Internazionale del Balletto a Genova nel 2004 in un assolo sulla Sagra della Primavera di Stravinsky. Nel brano presentato alla Tosse trae ispirazione dalla natura, dal buddismo zen e dalle arti marziali, giocando sulle energie e sui principi della mindfulness. Più che una danza il pezzo ci fa vedere quanto  Yutaka sia esperto in tecniche di Tai-chi e Qi Gong, in cui invoca i poteri della tigre o del serpente.

Cultura orientale

Un brano che riporta all’istinto animale sopito in ognuno di noi e che ogni tanto sente il bisogno di uscire fuori per ritrovare poi il proprio equilibrio interiore. Se vogliamo dirla tutta ci è difficile però pensare che la coreografia che porta la firma della Carlson sia stata davvero creata da lei, per quanto ultimamente sia molto interessata alla cultura orientale. Sicuralmente il brano è stato completamente creato dallo stesso Nakata. 

A chiudere lo spettacolo Room 7, il brano migliore della sera in quanto quello che più aveva il sapore del lavoro della coreografa americana. Interpretato da Tero Saarinen è anch’esso un solo che trascende le barriere linguistiche e sembra una poesia visiva che racconta un viaggio dinamico immerso nell’assurdo. Room 7 è un invito ad abbandonarsi allo spaziare della mente entrando nelle mutevoli maree dell’esistenza.

Bravissimo Tero Saarinen, coreografo noto per il suo linguaggio di movimento unico. Saarinen e Carolyn Carlson collaborano da oltre trent’anni. Per lui la Carlson ha creato gli assoli Travelling (1998), Man in a Room (2000) e Blue Lady (Revisited), capolavoro che ha re-immaginato per lui nel 2008. Il nuovo assolo Room 7 (2024) rende omaggio alla lunga e fruttuosa relazione tra i due artisti.

 

Coreografia Carolyn Carlson, interprete Tero Saarinen. Foto di Luigi Gasparroni

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