
Nel cuore di Verona, la storica cantina celebra 100 anni con una mostra immersiva e multisensoriale che unisce passato, presente e futuro attraverso cinque grandi vini e altrettanti artisti contemporanei.
Verona si conferma crocevia di cultura e innovazione in occasione del Vinitaly 2025, e a guidare questa narrazione è Pasqua Vini, storica cantina veronese che festeggia il suo primo secolo di storia con una mostra d’arte dal titolo “Ode al Futuro”. Un progetto culturale ambizioso, curato nei minimi dettagli, che fa del vino un’opera d’arte totale, capace di raccontare un’eredità familiare e imprenditoriale attraverso la lente della contemporaneità.
A fare da cornice a questo percorso è il maestoso Giardino Giusti, recentemente restaurato. All’interno del palazzo storico che domina uno dei giardini più affascinanti d’Italia, Pasqua ha allestito una mostra immersiva che è insieme racconto, visione e dichiarazione d’intenti.

Il progetto espositivo, infatti, nasce da una sinergia creativa tra mondi diversi ma affini: quello del vino, dell’arte visiva e della letteratura. L’allestimento, firmato dallo studio Foll.ia, si snoda lungo l’ala sud del palazzo ed è strutturata in tre sale principali. Al centro dell’esperienza ci sono cinque Vini iconici della cantina Pasqua, ciascuno prima interpretato e fatto proprio dai cinque artisti artisti selezionati da Pasqua, poi narrato con sensibilità letteraria da Filippo Bologna, autore del volume “Ode al Futuro”, edito da Rizzoli.
Il percorso prende avvio con le prime due sale, dove le opere degli artisti dialogano con le storie e le identità dei vini con linguaggi differenti: dalla fotografia manipolata di Michael Mapes per 11 Minutes, al realismo digitale di Sofia Crespo per Hey French, fino all’intensità grafica di Gaia Alari per Terre di Cariano. A completare il quadro, le visioni di Enzo Ragazzini e Giuseppe Ragazzini, padre e figlio, che firmano rispettivamente Famiglia Pasqua e Mai Dire Mai.

Ma è nella terza sala, progettata come un’Infinity Room digitale ad alta tecnologia, che la mostra tocca il suo apice emozionale. Qui, i cinque vini diventano esperienze sensoriali a 360 gradi: luci, suoni e animazioni generative trasportano il visitatore in scenari alternativi e visionari, in cui ogni bottiglia è rappresentata da un mondo che vibra di stimoli visivi e sonori. È un’immersione poetica e tecnologica che sfida la percezione, invita alla riflessione e lascia spazio alla meraviglia.
“Crediamo che l’arte abbia oggi più che mai il compito di ispirare, stimolare nuove idee, farci guardare al domani con occhi diversi. I vini che presentiamo in questa mostra non sono solo prodotti: sono visioni, sono storie da raccontare e condividere”, ha commentato Riccardo Pasqua, CEO della cantina.
Una visione che si traduce in investimenti concreti nell’arte e nella cultura, in Italia e all’estero, con il vino che diventa veicolo di emozioni, linguaggi e inaspettate contaminazioni.
