
Il 9 aprile Artcurial apre le aste di Parigi in una primavera 2025 ricca di incanti, che consolida la Ville Lumiere come terzo polo per il mercato dell’arte occidentale, tra Londra (a marzo) e New York (maggio).
Lo fa con un catalogo di arte moderna e contemporanea guidata da un Senza titolo di Arman che riflette tutta la carica sperimentale dell’artista. Alla voce “tecnica” leggiamo infatti un insolito “Acrilico e violini rotti su tela montata su pannello”. Insolito, sì, ma forse per tutti coloro che non sono lui, che più di ogni altro ha reso disponibili le sue tele ad annettere elementi disparati, a partire proprio dagli oggetti musicali. Qui è poi tutto coperto e dissimulato da una patina informale, vicino all’astrattismo astratto di Pollock, anche se totalmente diverso nell’approccio e nel metodo. Ad ogni modo, la sua stima in asta è di 40-60 mila euro.
Valutazioni alla mano, segue un gouache e pastello su carta che per minimalismo ed essenzialità contrasta con il lotto precedente. Si tratta di Correspondence (stima 35-50 mila euro) di Lee Ufan, realizzato nel 1997 e composto esclusivamente da due quadrati dai contorni irregolari. Uno emerge per mezzo del solo segno grafico, alludendo a una sostanza che forse è solo immaginata. L’altro è invece solo sostanza, colorato di marrone, ma sembra privo di confini definiti. Un lavoro elegante e concettuale, che assume spessore per mezzo della riflessione che su di esso si fa.
E da qui di nuovo al caos, al gesto apparentemente incontrollato e vorticoso di Georges Mathieu, che in Le renoncement II – 1976-après 83 (stima 20-30 mila euro) dipinge quella che a tratti può assomigliare a una città futurista, scalfita da luci e bagliori, tracce d’energia che generano una sorta di esplosione di forme e colori. L’impronta francese sull’incanto si fa più profonda con Portrait di George Condo, un ritratto dal soggetto sconosciuto, col volto sofferente e intenso, dettagliato solo dal colore nero e dal bianco della tela che emerge dalle spesse pennellate impresse intorno (stima 15-25 mila euro).
Voliamo invece in Brasile con Francisco “Chico” da Silva, autore associato all’arte naive e al modernismo brasiliano. Il suo Sans titre (Fish Feeding) del 1973, stimato 12-15 mila euro, evoca l’intero immaginario sudamericano, tra natura e mito, precisione anatomica e suggestioni fantastiche, tutto racchiuso in un pesce che per l’occasione si fa anche amo, esca per i collezionisti che, non li biasimiamo, non potranno che farsi sedurre.

