
Due aste in successione marcano la settimana di Farsetti, a Prato: si inizia con gli Old Masters il 10 aprile, seguono l’11 aprile i Dipinti del XIX e XX secolo.
Partiamo dagli Old Masters. Tra le opere del Cinquecento spicca un dipinto della bottega del bolognese Orazio Samacchini, raffigurante Le quattro Virtù che reggono il mondo (Misericordia, Verità, Giustizia, Pace), particolarmente interessante per indicare il sincretismo tra la religione cattolica e la cultura classica. Sempre del XVI secolo una rara Madonna col Bambino attribuita al pittore di origini abruzzesi Polidoro da Lanciano, che fu molto attivo a Venezia, strettamente ispirato ai dipinti di Tiziano.
Passando alle opere del XVII secolo si segnalano due tele di grandi dimensioni del Seicento fiorentino: Orazio Fidani con Silvio, Dorinda e Linco, ispirata al dramma pastorale Il pastor fido di Giovan Battista Guarini, e Jacopo Chimenti detto da Empoli con Il sacrificio di Isacco. Completano il catalogo un trittico attribuito all’allievo di Luca Giordano Paolo De Matteis con il Salvator Mundi, Santa Margherita e San Vittore, dichiarato di notevole interesse storico-artistico dal Ministero dei Beni Culturali, e un Ritratto femminile come Allegoria di Flora attribuito al marchigiano Francesco Mancini, pittore attivo nel forlivese e a Roma, caratterizzato dai toni chiari e luminosi.
Quanto ai Dipinti del XIX e XX secolo, a farla da padrone è la pittura toscana, a partire dai maestri Macchiaioli. Giovanni Fattori è presente con la tavoletta Effetti di sole. Accanto a Fattori l’altro protagonista della pittura macchiaiola Silvestro Lega è in catalogo con i colori brillanti di Donna nella sughereta. Insieme a lui anche un dipinto di Nino Costa sempre a tema bucolico, Nel bosco.
Particolarmente rilevanti sono anche i dipinti della scuola labronica postmacchiaiola, come Adolfo Tommasi, con la tela di notevoli dimensioni La raccolta delle patate, e Renato Natali, che figura in catalogo con numerose opere, tra cui la Rissa e Popolaresca.


