
La mostra “Ça Ira” presenta nella Galleria Abbondio un nuovo ciclo di opere di Merz, creato per gli spazi della galleria e ispirato al canto rivoluzionario francese
“Difendo il diritto umano di fare arte senza motivo“. Sembra uno statement dadaista, e invece è il sintetico manifesto dell’arte di Gerhard Merz. Che supera l’apparente Minimalismo rivendicando la scelta di essere indipendente da tutto. Grandi tele monocromatiche, che però si agganciano alla vita nei titoli, e in certe segrete opzioni cromatiche. Esempio ne è Duchamp’s Shirt, un dittico verde e rosa, ispirato ai colori di una camicia indossata dal grande artista. “Merz sembra rappresentare un vuoto che non implica né trascendenza né sottomissione alla banalità‘, come scriveva Thomas McEvilley.
Tutte fattispecie che trovano evidenza nella mostra “Ça Ira”, che si apre oggi alla Galleria Giampaolo Abbondio di Todi. Un artista dal robustissimo curriculum, presente in quattro edizioni di Documenta a Kassel (1977, 1982, 1987, 1992), e nel Padiglione Tedesco alla Biennale di Venezia del 1997. E che in questa occasione presenta un nuovo ciclo di opere, creato appositamente per gli spazi della galleria e ispirato al celebre canto rivoluzionario francese. Opere che “si inseriscono in un dialogo essenziale e vibrante con l’architettura rinascimentale della galleria, riaffermando il potere della forma pura”, come oservato dal curatore Frank Boehm. Noi eravamo alla preview, ecco immagini e video…