
Sotto il cielo grigio di Londra, tra vetro blindato e polemiche incandescenti, è tornata alla luce una statua che divide il Paese. Non si tratta solo di arte: Ariel e Prospero, scolpiti nel 1932 da Eric Gill, non sono più soltanto personaggi shakespeariani, ma simboli di un conflitto culturale e morale che scuote le fondamenta della BBC. La loro ricomparsa davanti alla sede dell’emittente pubblica, dopo un restauro da oltre mezzo milione di sterline, riaccende la domanda che da anni agita opinione pubblica e istituzioni: si può separare l’artista dalla sua biografia, quando questa contiene ombre davvero (davvero!) profonde?
La statua, ispirata ai personaggi della Tempesta di Shakespeare, è stata inaugurata nuovamente il 9 aprile davanti alla Broadcasting House, dove si trova fin dal 1933. Ma non è più la stessa. Oggi è racchiusa in una struttura protettiva, eretta dopo due atti vandalici compiuti dallo stesso manifestante, David Chick, che nel 2022 e nel 2023 l’ha colpita con un martello in segno di protesta contro il passato dell’artista.
Eric Gill, infatti, non è una figura neutra. Nei suoi diari privati, resi pubblici decenni dopo la sua morte, ha confessato di aver abusato sessualmente delle sue figlie. Un dettaglio che ha gettato un’ombra indelebile sulla sua eredità artistica, dividendo l’opinione pubblica tra chi difende l’arte in quanto tale e chi ne chiede la rimozione come gesto di rispetto verso le vittime.
Nonostante le numerose pressioni, la BBC ha scelto di restaurare e mantenere la scultura, affermando in una nota che “non tollera in alcun modo il comportamento offensivo di Gill, ma traccia una linea tra le sue azioni e lo status delle sue opere”.
Una linea che però non convince tutti. Fay Maxted, direttrice del Survivors’ Trust, ha definito “intollerabile” l’esposizione dell’opera in un luogo così visibile: “È un insulto ai sopravvissuti, una beffa pubblica”.
La statua è protetta da una classificazione Grado II*, che ne garantisce la tutela per il valore storico-artistico, complicando eventuali rimozioni. In aggiunta alla teca, è stato installato un QR code informativo: offre un contesto sulla sede della BBC e menziona la controversia attorno a Gill, ma senza mai citare direttamente gli abusi.
Il restauro – realizzato in collaborazione con il Westminster City Council e Historic England, l’ente che supervisiona il patrimonio culturale – è costato oltre mezzo milione di sterline, interamente a carico della BBC.
Un gesto che molti leggono come una scelta ideologica. Soprattutto in un momento in cui l’emittente è già sotto scrutinio per il suo passato controverso legato allo scandalo di Jimmy Savile, il noto conduttore accusato postumo di decine di abusi. Mentre il processo a David Chick è previsto per maggio 2026, la statua continua a guardare i passanti, silenziosa e blindata. Monumento all’arte, all’ambiguità e, per alcuni, a un dolore che ancora cerca giustizia.










