
Nel milione e mezzo di euro che Wannenes ha totalizzato grazie all’asta di dipinti antichi e del XIX secolo, spicca una clamorosa aggiudicazione: un Salvator Mundi, riconducibile a un pittore caravaggesco del XVII secolo, è stato battuto per 237,65 mila euro, a fronte di una stima di 2-3 mila euro.
Il dipinto raffigura Cristo come Salvator Mundi, preso di tre-quarti, in scala aderente al vero. Databile intorno al 1615, il suo autore fu probabilmente attivo a Roma, pur arrivando da fuori, e si inserì in modo convincente nella corrente caravaggesca. Ma i riferimenti e ispirazioni non finiscono qui.
“Sia pur attenuata dalla ieraticità imposta dall’iconografia, l’immagine mostra un energico naturalismo e interessanti analogie con i modi di Giuseppe Ribera, percepibili in modo particolare dalla mano benedicente il cui impasto e stesura trova paragone con la produzione romana dell’artista spagnolo“, ha scritto lo storico dell’arte Gianni Papi,
Un’opera che dunque, pure nell’incertezza su data e attribuzione, possiede le qualità tecniche necessarie per scatenare un’asta così agguerrita come è stata da Wannenes. Chissà che nell’esaltarne il valore non abbia partecipato la vicinanza iconografica con il Salvator Mundi venduto da Christie’s per 450 milioni di dollari nel 2017. O, magari, la speranza che l’attribuzione possa venire corretta in favore di un artista noto e dalla conversione economica maggiore.