
La casa d’aste Meeting Art dedica una mostra a Roberto Sebastian Matta. Perlopiù incentrata sulla sua produzione grafica, l’esposizione è alla Casa Museo “Mario Carrara”, a Vercelli, dal 24 al 27 aprile 2025.
Come aveva chiamato il suo cane, Sebastian Matta? “Matta lo chiamò Vàttene. Vàttene. Così quando lo chiamava, la gente attorno si chiedeva quanto quella povera bestiola potesse essere ancora fedele a quel padrone ingrato, visto che non perdeva occasione di cacciarla mentre quella, invece, gli correva incontro“, racconta Giuliano Allegri. Gallerista, editore di libri d’artista con i marchi della mitica “La Bezuga” di Firenze, promotore di mostre ed eventi, amico e collaboratore di grandi artisti (da Matta a Guttuso, da Melotti a Manzù), Allegri è tra i curatori della mostra che Meeting Art dedica all’artista surrealista, in programma al Museo “Mario Carrara” di Vercelli dal 24 al 27 aprile.
Realizzata in collaborazione con l’Archivio Matta, la mostra prende il titolo di I colori e la poesia del Genio del Surrealismo e raccoglie opere su carta inedite, anche di grandi dimensioni, così come opere grafiche museali, compresi i grandi carborundum e le storiche cartelle d’incisioni. La carta e Matta: un rapporto forte attraverso cui l’artista manifesta il diritto dell’uomo alla libertà di creare mondi, libertà gridata contro le dittature e contro l’oscenità delle guerre. Ma anche uno dei medium prediletti dall’autore, che nella sua parabola professionale non ha mai smesso di ricercare una via d’espressione personale e autentica.
Una vicenda che ha inizio quando il giovane Matta, da Santiago del Cile dove è nato nel 1911, si trasferisce nel 1934 a Parigi. E qui, grazie all’incontro con Andre Breton e Salvador Dalì, si unisce al Surrealismo, con cui condivide alcune istanze pur proseguendo sul suo percorso pittorico intriso di poesia e colore. Arrivato a New York negli anni Quaranta, si porterà dietro la lezione surrealista dell’automatismo del subconsio-gesto a cui l’espressionismo guardò intensamente. “Siamo stati tutti inventati da Matta” disse Motherwell, raccogliendo sotto quel noi anche autori quali Pollock, Rothko e Gorsky. Un “caposcuola” senza una vera scuola, che arrivato in Italia riuscirà a lasciare tracce indelebili anche qui, influenzando su tutti Valerio Adami.
Il suo stile lirico e fascinoso, dopo la recente mostra allestita a Venezia alla Galleria internazionale di Arte Moderna di Ca’ Pesaro, fa così tappa nel museo che Meeting Art ha aperto in ricordo del suo fondatore, Mario Carrara, per esaltare l’arte e i suoi protagonisti. In questo caso, l’obiettivo nasce spontaneo da un facile ma efficace gioco di parole: raccontare al pubblico perché l’arte è davvero Matta.


pastelli su carta intelata 158×100 cm