
“Un museo è un luogo che insegna a riflettere sulla contemporaneità”. Così Pippo Ciorra definisce il ruolo del MAXXI, in occasione della presentazione delle due nuove mostre proposte dai dipartimenti architettura ed arte dell’istituzione: Stop drawing. Architetture oltre il disegno e Something in the water. Diverse ma complementari, entrambe colpiscono nel segno, sottolineando il periodo felice del museo, che propone 5 rassegne interessanti e ben allestite, confermando le grandi potenzialità di un’istituzione dalla storia ondivaga.
L’impatto visivo di Stop drawing, curata da Pippo Ciorra e allestita dallo studio DEMOGO, è armonioso ed equilibrato, grazie a una narrazione dinamica giocata sul dialogo tra passato e presente, per raccontare l’evoluzione dell’architettura al di là del disegno, ritenuto storicamente il fondamento della disciplina. Con l’avvento del digitale nel XXI secolo, anche grazie all’urgenza delle problematiche sociopolitiche e al felice rapporto con l’arte visiva, questo strumento appare superato, nonostante abbia costituito il punto di partenza per una generazione di architetti italiani della seconda metà del Novecento, come dimostrano i disegni di maestri—esposti in mostra—tra i quali Aldo Rossi, Franco Purini, Carlo Aymonino, Carlo Scarpa e Costantino Dardi.

Nella prima sezione del percorso vengono esplorate le tematiche legate alle riflessioni sulla rivoluzione digitale, con opere e materiali di autori come Cedric Price, John Frazer, Nicholas Negroponte, Lucia Tahan, Weiyi Li e Raquel Buj. Si passa poi alla parte dedicata all’attivismo, caratterizzata dalla nascita dei collettivi, legati ad un approccio all’architettura più pratico, come Orizzontale o LACOL. La sezione più ampia ed interessante della mostra è quella che indaga il rapporto con le arti visive, che la varietà e la preziosità dei materiali rendono quasi una mostra a sé. Dagli stendardi di Matilde Cassani alla maquette del Walt Disney Center di Frank O. Gehry, dalle sperimentazioni di Olafur Eliasson ai collages di Hans Hollein fino ai video di Cyprien Gaillard, la contaminazione tra le discipline produce risultati spesso sorprendenti. La rassegna si conclude con una parte dedicata al revival del disegno, con le opere degli autori che hanno eletto questa pratica a strumento espressivo principale: Jorinde Voigt, Jo Noero, Atelier Bow-Wow, Jimenez Lai (Bureau Spectacular), Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e CAMPO.

La collettiva Something in the water, curata dall’artista americano Oscar Tuazon (1975) riunisce le opere di 14 artisti intorno ad un unico tema: l’acqua intesa come mezzo essenziale per gli artisti, per la sua natura fluida, mutevole e in grado di raccordare espressioni artistiche eterogenee e transgenerazionali. Collocata all’interno del progetto di Oscar Tuazon Water School, un’opera di arte pubblica legata alle dinamiche politiche di sfruttamento della terra e dell’acqua, la mostra del MAXXI riunisce opere di artisti che hanno ispirato Tuazon a livello emotivo, concettuale o formale, legate tra di loro dal tracciato del fiume Tevere, presente nel pavimento della galleria 2 del museo. Tra le cinque opere dell’artista esposte in mostra spicca Ocean Pavilion (2024-2025), una struttura metallica con una facciata a cascata realizzata per la mostra e prodotta dal MAXXI, di chiara ispirazione futuristica, che si staglia nello spazio, lasciato volutamente vuoto per dare il respiro necessario alle opere degli altri artisti. Tra queste spiccano Liquid Light (2022), il video di Lita Albuquerque dedicato all’esplorazione del pianeta da parte dell’astronauta del futuro Najma, Water Cast 8 (2015), la scultura in bronzo di Matthew Barney, The Fountain of Exhaustion (1995-2022), un’installazione di Pavlo Makov composta da 78 imbuti e i due grandi dipinti di paesaggi lacustri eseguiti da Ugo Rondinone nel 2024. La mostra si conclude con un dialogo poetico tra il video di Nancy Holt Niagara (1975) e le sculture in bronzo realizzate da Leslie Hewitt nel 2022, le cui forme ricordano frammenti di rocce dei fondali dell’Oceano Atlantico. Il degno finale di un percorso fluido e originale dedicato ad un elemento fondamentale per la vita sul nostro pianeta.
