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Biennale 2026, per il Giappone ci sarà Arakawa-Nash

Ei Arakawa-Nash con i suoi gemelli. Ricardo Nagaoka/Per gentile concessione della Japan Foundation
Ei Arakawa-Nash con i suoi gemelli. Credits: Ricardo Nagaoka. Courtesy of Japan Foundation
La Japan Foundation ha annunciato con entusiasmo che sarà Ei Arakawa-Nash a rappresentare il Giappone nel Padiglione nazionale alla Biennale d’Arte di Venezia del 2026

Performer queer giapponese-americano, Arakawa-Nash è noto per la sua arte partecipativa, spesso costruita attorno a pratiche collettive e a un’interazione sensibile con il pubblico e il contesto.

Dagli anni Duemila, il suo lavoro ha contribuito a rinnovare la scena della performance art a livello globale, reinterpretando movimenti storici come Gutai, Fluxus, Happenings e l’Azionismo viennese, e restituendo loro vitalità in chiave contemporanea. Un esempio emblematico è Mega Please Draw Freely, installazione interattiva che ha animato la Turbine Hall della Tate Modern nel 2021 e che sarà riproposta alla Haus der Kunst di Monaco di Baviera nell’ambito della mostra For Children. Art Stories since 1968, a partire da luglio.

Ei Arakawa, Mega Please Draw Freely, 2021. Credits: © Rikard Österlund

La selezione dell’artista è stata curata dall’International Exhibition Project Committee, un gruppo di esperti d’arte guidato dalla Japan Foundation. Tra i membri, spiccano figure come Mami Kataoka del Mori Art Museum e Meruro Washida del 21st Century Museum of Contemporary Art di Kanazawa.

Per l’edizione 2026 della Biennale, Arakawa-Nash svilupperà un nuovo progetto ispirato alla sua esperienza di genitore queer e alla recente nascita dei suoi gemelli. L’opera, ancora in fase di ideazione, esplorerà in modo critico i concetti di nazionalismo e patriarcato nell’ambito della Biennale stessa, definita dall’artista come una sorta di “Olimpiade dell’arte”.

Reiji Saito con Ei Arakawa-Nash, Modèle, 2024, Otsuka Museum of Art, Tokushima, Giappone. Courtesy of Artists

“Non credevo avrei mai avuto questa opportunità, dopo aver rinunciato alla cittadinanza giapponese alcuni anni fa”, ha dichiarato. “Oggi, io e mio marito cresciamo due figli che fanno parte della giovane comunità diasporica asiatica di Los Angeles. Di recente abbiamo rivisto il film giapponese “Essere due non è facile” (1962), scritto da Natto Wada. Quel testo sarà un riferimento per la mia performance veneziana”.

Nato a Fukushima nel 1977, Arakawa-Nash vive e lavora a Los Angeles, dove insegna presso l’ArtCenter College of Design di Pasadena. Il suo approccio sfida l’idea dell’artista come soggetto singolo, privilegiando performance collettive in cui identità e oggetti diventano elementi fluidi, precari, aperti al cambiamento. Negli ultimi anni ha esposto in sedi internazionali come il National Art Center di Tokyo, il Centre for Heritage, Arts and Textile di Hong Kong, il Museion di Bolzano, la Kunsthalle Friart di Friburgo, Artists Space a New York e il Musée d’Art Moderne di Lussemburgo.

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