
La Mauritshuis dell’Aia, uno dei musei più prestigiosi dei Paesi Bassi, ha riconsiderato l’attribuzione di tre opere precedentemente accreditate a Rembrandt. Il museo, che ospita alcuni dei capolavori più celebri del maestro, come La lezione di anatomia del dottor Nicolaes Tulp e l’Autoritratto, ha recentemente riesaminato il Ritratto di Rembrandt con gorgiera, il Tronie di vecchio e lo Studio di un uomo anziano.
Il Ritratto di Rembrandt con gorgiera, acquistato nel 1768 dallo Statolder Guglielmo V, è stato per lungo tempo considerato uno degli autoritratti più significativi del maestro. Tuttavia, dopo un approfondito restauro e un’analisi accurata, è stato confermato che questa versione è una copia. Si trattava di un lavoro realizzato da un allievo di Rembrandt, probabilmente Gerrit Dou, noto per la sua meticolosità e considerato il fondatore della scuola dei fijnschilders. La versione originale si trova al Germanisches Nationalmuseum di Norimberga, e la scoperta di un disegno preparatorio ha rivelato la vera provenienza del dipinto.

Per quanto riguarda il Tronie di vecchio, un ritratto ideale di un anziano con baffi e pizzetto, acquistato nel 1892 da Abraham Bredius, per decenni si è ritenuto che raffigurasse Harmen Gerritszoon van Rijn, il padre di Rembrandt. Tuttavia, un disegno precedente ha smentito questa ipotesi, mostrando un uomo con caratteristiche diverse. Le indagini tecniche hanno anche rivelato che lo sfondo del dipinto è stato ridipinto nel XVIII secolo, e l’opera è ora considerata il lavoro di un collaboratore della bottega di Rembrandt, anche se non si esclude che possa essere stata realizzata da un altro artista.

Infine, lo Studio di un uomo anziano, acquistato nel 1891, è stato anch’esso oggetto di revisione. Nonostante la firma di Rembrandt sia autentica, l’analisi del dipinto ha sollevato dubbi sulla sua paternità. Sebbene la firma sia stata apposta quando l’opera era ancora fresca, il dipinto presenta differenze stilistiche rispetto ad altri lavori del maestro, come l’Autoritratto e l’Omero. Attualmente, il museo ritiene che l’opera possa essere stata realizzata da un allievo o da un collaboratore della bottega di Rembrandt, ma non è ancora possibile escludere la possibilità che si tratti di un lavoro del maestro stesso.
In sintesi, queste nuove ricerche pongono interrogativi sull’autenticità di alcune opere di Rembrandt, offrendo uno spunto di riflessione sulle pratiche artistiche dell’epoca e sull’importanza della bottega nel processo creativo del maestro.