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Vec Samoano: la ricerca sulla bellezza non convenzionale

Vec Samoano, Tentazione Vec Samoano, Tentazione
Vec Samoano, Tentazione
Vec Samoano, Tentazione
Vec Samoano è un fotografo e direttore artistico italiano, originario della Puglia e attualmente attivo tra Milano e Parigi

La sua arte si focalizza principalmente sulla rappresentazione del corpo umano, utilizzato come mezzo per esplorare temi profondi legati all’identità di genere e alla body positivity. Le sue opere sono caratterizzate da un’estetica viscerale e surreale, che sfida le convenzioni tradizionali della bellezza.

Nel 2019, Vec ha realizzato un reportage fotografico in Marocco intitolato“Wonderwall”, esposto a Milano nel novembre 2022. Questo lavoro documenta la cultura e i paesaggi marocchini, evidenziando una palette cromatica unica che conferisce alle immagini un’atmosfera onirica.

Un altro progetto significativo è “Visceral”. In questa esposizione, Vec ha presentato una serie di fotografie inedite che affrontano temi etici come l’identità di genere e la prevenzione del body shaming, promuovendo una body positivity consapevole.

Oltre alle sue mostre personali, Vec Samoano ha collaborato con altri artisti e case di produzione, partecipando a progetti espositivi in vari spazi.

La fotografia di Vec Samoano si distingue per la capacità di esplorare e rappresentare la bellezza in forme non convenzionali, sfidando gli stereotipi e invitando lo spettatore a una riflessione profonda sulla diversità e sull’accettazione di sé”. Ecco l’intervista che Vec mi ha rilasciato per i lettori di Artslife…

Cosa rappresenta per te la fotografia?

Per me, la fotografia è un viaggio viscerale nell’essenza umana. Attraverso l’obiettivo, cerco di catturare storie autentiche e intime, sfidando gli stereotipi e mettendo in luce la bellezza in forme spesso trascurate. Il corpo diventa il mio linguaggio principale, una mappa emotiva che esplora identità, vulnerabilità e forza. Le mie immagini mirano a destrutturare le convenzioni tradizionali, promuovendo una body positivity consapevole e affrontando temi etici come l’identità di genere e il body shaming.
La fotografia, per me, non è solo un mezzo per fermare il tempo, ma uno strumento per dare nuovo significato alla realtà, invitando lo spettatore a una riflessione profonda sulla diversità e sull’accettazione di sé.

Moda, reportage, progetti come Visceral o Black Narcissus, sei un vulcano creativo. Mi parli di questi tre diversi aspetti del tuo lavoro, come li affronti?

La mia espressione artistica si manifesta attraverso tre principali ambiti: moda, reportage e arte.
Moda: In questo settore, collaboro con diversi creativi per creare immagini che esaltano l’estetica dei capi e degli accessori. Cerco di infondere in ogni scatto una narrazione che vada oltre la semplice presentazione del prodotto, esplorando temi come l’identità e la bellezza non convenzionale.
Reportage: Questo aspetto del mio lavoro mi permette di documentare realtà diverse, come nel progetto ”Wonderwall”, un reportage fotografico realizzato in Marocco poco prima della pandemia. Attraverso il reportage, miro a catturare l’essenza dei luoghi e delle persone, raccontando storie autentiche e spesso inesplorate.
Arte: Progetti come “Visceral” rappresentano la mia ricerca più intima e personale.
In queste opere, utilizzo il corpo umano come mezzo per esplorare temi profondi legati all’identità di genere, alla body positivity e alla decostruzione degli stereotipi di bellezza.
Sebbene questi ambiti possano sembrare distinti, per me sono interconnessi. La moda mi offre un linguaggio visivo per esprimere concetti artistici; il reportage mi fornisce una comprensione più profonda delle realtà che poi elaboro nei miei progetti artistici; l’arte, infine, mi consente di sintetizzare e reinterpretare le esperienze vissute negli altri due campi.
Questa sinergia mi permette di creare un corpus di lavori coerente, dove ogni progetto arricchisce e informa gli altri, contribuendo alla mia evoluzione come artista.”

 

Vec Samoano, Visceral
Vec Samoano, Visceral

Soffermiamoci su un progetto a te molto caro, parlo di Visceral, vuoi parlarcene liberamente?

“Visceral” è un progetto fotografico che esplora la profondità e la complessità del corpo umano, focalizzandosi in particolare sul corpo femminile. Attraverso immagini intense e suggestive, intendo rivelare la bellezza intrinseca e la vulnerabilità che risiedono in ogni individuo.
In questa serie, ho scelto di rappresentare corpi senza nascondere quelli che spesso consideriamo difetti, mostrando con fierezza ogni imperfezione. Questa scelta mira a sfidare gli standard estetici convenzionali e a promuovere una visione più inclusiva e autentica della bellezza.
Il titolo “Visceral” rimanda all’immagine delle viscere, simbolo di qualcosa di profondo e intimo, e all’intreccio di corpi che parlano di temi etici come l’identità di genere e la body positivity.
Ogni scatto è pensato per stimolare una riflessione profonda sul corpo, sull’identità e sulla vulnerabilità, invitando lo spettatore a confrontarsi con la propria percezione della bellezza e dell’autenticità.
“Visceral” rappresenta per me un viaggio visivo e concettuale nelle radici profonde dell’identità e della creazione, utilizzando il corpo umano come veicolo per esplorare temi universali e stimolare una riflessione condivisa.

Molto importanti anche Black Narcissus e Archetipo, ce ne vuoi parlare?

“Black Narcissus” è un progetto fotografico che esplora la tensione tra il desiderio e la repressione, utilizzando il corpo umano come veicolo per raccontare storie profonde e universali. Ispirato all’omonimo romanzo di Rumer Godden, il progetto si concentra sulle dinamiche psicologiche e sulle sfide interiori, mettendo in luce i conflitti interni.
Attraverso immagini intense e suggestive, intendo rivelare la bellezza intrinseca e la complessità dell’animo umano, affrontando temi come la lotta interiore, la tentazione e la redenzione.
La finalità di “Black Narcissus” è sempre quella di sfidare gli standard estetici convenzionali e di promuovere una visione più inclusiva e autentica della bellezza.
“Archetipo” è un progetto fotografico che rappresenta il “primo esemplare assoluto e autonomo”. In questo lavoro, ho unito sette sfere, simbolizzando l’unione di diverse dimensioni dell’esistenza e dell’esperienza umana.
Attraverso“Archetipo”, esploro l’essenza primordiale che risiede in ognuno di noi, cercando di catturare l’idea di un modello originale da cui derivano tutte le manifestazioni successive.
Questo progetto è un viaggio visivo e concettuale nelle radici profonde dell’identità e della creazione.

Credi che adesso siamo in un momento in cui c’è più inclusività nella rappresentazione di tutti i tipi di corpo?

Sì, credo che stiamo vivendo un periodo storico in cui la rappresentazione di tutti i tipi di corpo sta diventando più inclusiva.
Negli ultimi anni, c’è stata una crescente attenzione verso la body positivity e la diversità corporea, sia nel mondo della moda che nei media in generale. Molti brand e aziende stanno ampliando la gamma di taglie e opzioni di vestibilità, offrendo capi che si adattano a diverse forme e dimensioni, rispondendo così a una domanda crescente di rappresentazione autentica.
Tuttavia, è importante riconoscere che, nonostante i progressi, la strada verso una rappresentazione completamente inclusiva è ancora lunga. Alcuni settori, come la moda, hanno mostrato un’inclusività più apparente che sostanziale, con momenti di maggiore diversità seguiti da periodi di ritorno agli standard tradizionali.
In conclusione, pur essendo consapevole dei progressi fatti, ritengo che sia fondamentale continuare a promuovere una rappresentazione autentica e inclusiva di tutti i tipi di corpo, affinchè ogni individuo possa sentirsi rappresentato e valorizzato nella società.

 

Vec Samoano, Ombra
Vec Samoano, Ombra

Le tue immagini parlano di forza e fragilità, il corpo della donna è al centro di questa riflessione, come hai sviluppato tutto questo negli scatti? Cosa volevi provocare nello spettatore? C’è un filo conduttore nei tuoi progetti personali?

Le mie immagini esplorano la dualità tra forza e fragilità, mettendo al centro il corpo femminile come simbolo di queste contraddizioni. Attraverso la fotografia, cerco di rivelare la bellezza intrinseca e la vulnerabilità che coesistono in ogni individuo. Ogni scatto è pensato per stimolare una riflessione profonda sul corpo, sull’identità e sulla vulnerabilità, invitando lo spettatore a confrontarsi con la propria percezione della bellezza e dell’autenticità.
Il mio intento è quello di sfidare gli standard estetici convenzionali e di promuovere una visione più inclusiva e autentica della bellezza. Attraverso l’arte fotografica, desidero stimolare una riflessione sul corpo umano come spazio di espressione e identità, mettendo in luce la forza e la vulnerabilità che coesistono in ogni individuo.
Un filo conduttore nei miei progetti personali è la ricerca dell’autenticità e della verità attraverso l’immagine. Ogni progetto nasce da un’esplorazione profonda di temi universali, come l’identità, la vulnerabilità e la bellezza, con l’obiettivo di stimolare una riflessione condivisa e di sfidare le convenzioni estetiche.

Da cosa deriva la tua fascinazione per la donna come soggetto?

Le mie immagini esplorano la dualità di forza e fragilità attraverso il corpo femminile, utilizzando il nudo come mezzo per raccontare storie profonde e autentiche. Il filo conduttore dei miei progetti personali è la ricerca di una bellezza non convenzionale, che celebra la diversità e l’autenticità, invitando lo spettatore a confrontarsi con la propria percezione del corpo e della vulnerabilità.

Cosa rappresenta per te il corpo femminile a livello concettuale, dove va a scavare la tua fotografia? Cerchi di trasmettere un senso di universalità nel comporre poi le immagini?

Il corpo femminile, per me, è un punto di partenza per raccontare il vero. Non lo vedo come un semplice soggetto estetico, ma come un mezzo per esplorare temi profondi e universali. Attraverso la fotografia, cerco di scavare nelle viscere dell’esperienza umana, mettendo in luce la forza e la vulnerabilità che coesistono nel corpo femminile.
In questo processo, cerco di trasmettere un senso di universalità, affinchè ogni spettatore possa ritrovarsi nelle mie rappresentazioni. Non si tratta solo di rappresentare il corpo femminile, ma di raccontare storie che parlano a tutti, indipendentemente dal genere o dall’identità.
In conclusione, la mia fotografia è un viaggio visivo e concettuale nelle radici profonde dell’identità e della creazione, utilizzando il corpo femminile come veicolo per esplorare temi universali e stimolare una riflessione condivisa.

 

Vec Samoano, Corpo
Vec Samoano, Corpo

Concordi nel definire pittorico l’uso che fai della luce? Che tonalità preferisci, quale atmosfera sottende alle opere?

Il mio approccio alla luce nella fotografia è profondamente influenzato dalla tecnica del chiaroscuro, tipica di Caravaggio. Questa tecnica, caratterizzata da un contrasto marcato tra luce e ombra, permette di esaltare la tridimensionalità dei soggetti e di creare atmosfere intense e drammatiche. In molte delle mie opere, utilizzo una luce direzionale e intensa che illumina selettivamente il corpo femminile, lasciando il resto dell’immagine avvolto nell’oscurità. Questo gioco di luci e ombre non solo enfatizza le forme e le texture, ma aggiunge anche una dimensione emotiva e simbolica alle immagini.
Le tonalità che prediligo sono quelle calde e terrose, come il rosso, l’arancione e il marrone, che richiamano i colori caravaggeschi. Queste sfumature contribuiscono a creare un’atmosfera intima e sensuale, accentuando la bellezza e la vulnerabilità del corpo femminile. Inoltre, l’uso di sfondi scuri e neutri, spesso privi di dettagli, mette in risalto il soggetto principale, focalizzando l’attenzione sul corpo e sulle sue espressioni.
L’atmosfera che cerco di trasmettere nelle mie fotografie è quella di un’intensa introspezione, dove la luce diventa un mezzo per rivelare l’anima del soggetto. Ogni scatto è pensato per evocare emozioni profonde e stimolare una riflessione sul corpo, sull’identità e sulla vulnerabilità. Attraverso l’uso della luce e del colore, intendo creare immagini che siano al contempo potenti e delicate, invitando lo spettatore a confrontarsi con la propria percezione del corpo e della bellezza.

In questo momento a costa stai lavorando, ci sono progetti futuri ?

Attualmente, sto lavorando a diversi progetti fotografici che esplorano il corpo umano e la sua interazione con l’ambiente circostante. Mi sto concentrando su serie che mettono in luce la vulnerabilità e la forza insite nell’essere umano, utilizzando il corpo come mezzo per raccontare storie profonde e universali.
Per quanto riguarda i progetti futuri, ho in mente di espandere la mia ricerca artistica al di fuori dei confini italiani. Desidero confrontarmi con diverse culture e ambienti, per arricchire la mia visione artistica e crescere professionalmente.
La possibilità di lavorare all’estero rappresenta per me una sfida stimolante, che mi permetterebbe di esplorare nuovi orizzonti e di confrontarmi con realtà artistiche diverse come Parigi e New York.
Prima di realizzare un’idea, mi dedico a una fase di introspezione e ricerca. Cerco di comprendere a fondo il messaggio che desidero trasmettere e il modo migliore per farlo. Questa fase è fondamentale per dare forma alle mie idee e per assicurarmi che ogni progetto rifletta la mia visione artistica e i miei valori. La mia voglia di crescere e di confrontarmi con nuove realtà mi spinge a esplorare opportunità all’estero, con l’obiettivo di arricchire la mia pratica artistica e di affrontare nuove sfide professionali.

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