
Nella Sala degli Onori della Rocca Albornoz fluttuano i teleri di Apice, scelta anche per realizzare lo stendardo della medievale Corsa all’Anello
“Forse perché anelano al vento, o forse perché sono abitate dall’acqua, le tele di Giulia Apice ricordano delle vele”. Sono le parole del curatore Antonio Rocca ad introdurre le opere dell’artista romana Giulia Apice, esposte nella Sala degli Onori della Rocca Albornoz, a Narni. Un momento speciale, per la giovanissima – 27 anni – pittrice, con questi grandi teleri che avvolgono idealmente il visitatore guidandolo nel suo immaginario fluido. E con la cittadina umbra che l’ha scelta per realizzare il bravio, lo stendardo simbolo della 57ª edizione della Corsa all’Anello, una celebrazione storica medievale molto sentita a Narni.

“In principio c’è il disegno, netto”, scrive ancora Rocca, storico dell’arte e curatore della mostra intitolata Il Giardino delle Delizie. “Quindi l’acqua precipita sull’impalcatura di linee regolari, le nega e annega, s’acquieta e poi di nuovo, e ancora, fino a che si deposita sul piano il miraggio di un palinsesto di memorie, disposte tra l’organico e l’inorganico”.
L’esposizione, visitabile fino all’8 giugno, si presenta peraltro come primo ciclo espositivo di Arnia33, un progetto più ampio ideato dallo stesso critico per valorizzare l’arte delle generazioni più giovani. “La sensualità che le pervade”, chiosa Rocca rispetto alle tele di Apice, “attiva una virtù visionaria e sonnolenta, ma la gravità corporea è costantemente contrastata dalla levità del sogno. Il fruscio dei lenzuoli si fa sciabordio e invita al viaggio”.














