Le nuove prospettive del laminato che ha maggiormente inciso sull’immaginario collettivo in tema di arredo (prevalentemente) democratico, contrassegnando il gusto di diverse epoche
La riconoscibilità di una fase storica passa soprattutto attraverso i suoi codici visivi, riconducibili principalmente alle arti, al design d’arredo e alla moda. Di volta in volta, materiali, forme, elementi grammaticali e colori interagiscono in modo variabile e imprevedibile, talvolta prendendo il sopravvento gli uni sugli altri. Dalla loro combinazione nascono delle soluzioni lessicali che si legano inequivocabilmente a precise tipologie di prodotto. Insomma, la riconoscibilità di un’epoca scaturisce da fattori complessi, per i quali l’innovazione tecnologica occupa un ruolo determinante.
Tra gli anni ’50 e ’60, nel pieno della trasformazione dei consumi e della cultura dell’abitare, assistiamo a un fenomeno molto particolare. In alcuni ambiti del design d’arredo, specialmente in quelli strettamente associati a usi “aggressivi” e continui, si afferma prepotentemente un materiale del tutto nuovo, anche se la sua invenzione risale al 1913: la Formica®, madre di una vasta progenie di laminati diffusi sul mercato nell’arco di tutto il XX secolo. Inventata negli U.S.A. (a Cincinnati, per la precisione) come soluzione sostitutiva alla verniciatura – infatti, letteralmente il nome deriva dall’inglese “for mica”, che si pronuncia “maica” – ha apportato, a partire dagli anni ’30, un profondo ripensamento ad alcuni temi del progetto d’arredo. Il più evidente riguarda il design della superficie che, dopo secoli di “arti applicate” e di “decorazione” in chiave artigianale, sale sull’orbita della produzione industrializzata, sulla scorta di soluzioni grafiche rispondenti al gusto di precise fasi stilistiche. Ecco, grazie all’invenzione delle resine, la “pelle” del mobile diventa un tema autonomo e ben definito del design, fino a esplicitare una carica fortemente identitaria rispetto al pezzo d’arredo finale.
Ma la Formica®, oramai affermatasi nel mercato dei semilavorati come una vera e propria risorsa espressiva, è anche in grado di agire sui comportamenti che si esprimono nel contesto abitativo e del lavoro, dove il “piano di lavoro” è sottoposto a usura continua. La cucina e l’ufficio sono gli ambienti dove meglio si esprimono le sue performance tecniche, vista la sua resistenza. Tutto ciò accade in un afflato modernità e di modernizzazione, dove le stesse figure della donna (che pulisce quotidianamente la cucina) e dell’impiegato (ancora coinvolto in meccanismi di produzione terziaria di matrice fordista) vivono un momento di vera emancipazione.
Nell’arco di oltre 110 anni, il destino di questo laminato ha attraversato momenti alterni, soprattutto perché offuscato dall’affermazione di (valide) aziende concorrenti. Oggi il marchio, che dal 2019 fa parte del gruppo Broadview Materials, leader nella produzione e distribuzione di materiali per rivestimenti (e detentore di altri marchi come FENIX®, Arpa® e Homapal®), sembra recepire gli stimoli di uno scenario più vivace che mai. Superati abbondantemente i decenni del boom economico e delle trasformazioni sociali, il design è protagonista di insolite contaminazioni tipologiche e linguistiche, oltre a rispecchiare inevitabilmente le evoluzioni tecnologiche che investono i materiali e i sistemi produttivi.
Ma prima di delineare i possibili sviluppi di Formica®, il management aziendale ha voluto dar vita a un progetto espositivo di grande respiro, rivolgendo lo sguardo sui trascorsi di questo materiale. In occasione della Milano Design Week 2025, Formica Group ha presentato FORMICA (r)EVOLUTION, che ha accompagnato i visitatori in un viaggio visivo tra gli anni ‘30 e gli anni ’80, decadi in cui i laminati Formica® hanno rivoluzionato l’abitare. L’installazione, ospitata dallo showroom Fenix Scenario di Milano, si è strutturata su un’antologia che ha ripercorso la storia del brand, i suoi pattern e gli oggetti che sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo. Un percorso di riordino culturale ma anche un momento emozionale, poiché è stato possibile rivedere elementi d’arredo, appartenenti alle più diverse tipologie, che fanno parte anche dei nostri ricordi.
Grazie anche all’allestimento disegnato da Sopa Design Studio, FORMICA (r)EVOLUTION ha celebrato l’innovazione attraverso un racconto delle superfici che hanno puntato sui valori della resistenza fisica, della versatilità progettuale e dell’estetica. Gli oltre quaranta pezzi in mostra, che hanno anche rivelato la capacità del laminato di coniugarsi con altri materiali (ottone, legno, alluminio, vetro), sono stati selezionati da Daniele Lorenzon (editore, creatore delle gallerie Compasso Design e Gilda&Co) e da Alessandro Pedretti (progettista e curatore di mostre ed eventi dedicati alla ricerca nel mondo del design), che si sono occupati anche della curatela e dell’analisi storica.
I pezzi esposti sono il frutto di una selezione eterogenea di arredi e oggetti, provenienti sia dal mondo domestico che da ambienti pubblici: tavoli, sedie, credenze e oggetti dialogano con mobili destinati a bar, negozi, spazi collettivi. L’assortimento ha riguardato tanto elementi anonimi, di larga tiratura, espressione di una visione “massificata” e democratica dell’arredo di buona qualità, quanto immortali icone del design da collezione firmate da grandi maestri del design italiano (Gio Ponti e Osvaldo Borsani, tra gli altri) e internazionale (gli Eames, Alvar Aalto e Paul McCobb, ad esempio), che hanno scelto di utilizzare i laminati Formica® riconoscendone le potenzialità tecniche e le caratteristiche estetiche. La galleria di pezzi iconici ha restituito la diffusione capillare e trasversale di questo materiale nella cultura del progetto, in un processo di fascinazione collettiva globale.
Questi oggetti hanno raccontato anche la propria capacità di trasformarsi cambiando le proprie forme, aprendosi e chiudendosi, o di muoversi nello spazio grazie a ruote o supporti mobili. Elementi di arredo dinamici, flessibili e adattabili, progettati sfruttando la leggerezza, la versatilità e la resistenza del laminato: in questa multiformità essi hanno trovato lo spirito dell’innovazione, della trasformazione e della libertà espressiva.