
Fino al 9 maggio nella galleria milanese Zanella documenta i profondi cambiamenti che il paese sta attraversando
Il coniglio bianco è il titolo della mostra di Marco Zanella presentata a Milano per la prima volta alla Galleria Valeria Bella. Fotografo e stampatore fine-art, Zanella nasce a Parma nel 1984 ma inizia a scoprire la fotografia a 21 anni quando uno zio gli lascia in eredità le sue macchine fotografia e, nel 2012, a 28 anni entra a far parte del collettivo Cesura come assistente di Alex Majoli. Così comincia la sua ricerca personale, tra diversi viaggi in Basilicata, Calabria e Sicilia e la vita che trascorre in Emilia -Romagna.

Nel vivace ambiente di Cesura, il collettivo fotografico che fonde attualità geopolitica e ricerca artistica, Zanella segue un percorso di esplorazione creativa personale, alimentando così una passione che si nutre di realtà e di visioni. Uno dei suoi progetti più intensi che si è aggiudicato il Premio Amilcare G. Ponchielli nel 2022, s’intitola Scalandré, una parola del dialetto romagnolo che significa fuori stagione, sfasato, riferito a persone, animali o piante. È un progetto realizzato nell’arco di tre anni a Cotignola, una cittadina di tradizione agricola in Romagna. Indaga ciò che viene spesso definita come la fine della civiltà contadina, collocandosi a cavallo tra il prima e dopo la pandemia.

Temi cruciali
È un paese che sente il cambiamento climatico: va fuori fase, sì, ma riesce comunque a tenere fede alle proprie identità e radici. In questo piccolo cosmo la vita non appare in corsa contro il tempo, ma in processione parallela, difesa da un senso di comunità che protegge l’individuo come parte del tutto. La mostra milanese, allestita fino al 9 maggio, offre uno spaccato profondo del paese romagnolo che ha accolto Marco come uno dei suoi, adottandolo affettuosamente nella sua comunità contadina. Con un bianco e nero potente e una forte estetica espressionista, Zanella documenta i profondi cambiamenti che il paese sta attraversando.

Un’arte visiva che diventa la lente attraverso cui il fotografo esplora temi cruciali: il cambiamento climatico che minaccia l’agricoltura, l’impatto della cementificazione sulle campagne, e i flussi migratori che generano sfide sociali complesse. La mostra si arricchisce inoltre di una selezione di immagini tratte dal lavoro Argini, che Zanella ha realizzato durante le devastanti inondazioni che hanno colpito la sua Emilia Romagna, e di altre opere tratte dalla serie Mezzogiorno, restituendo una narrazione visiva intensa e vibrante di un’Italia che cambia.
